La Carrefour è in crisi e annuncia 52 licenziamenti
MARCON. «La scrivente società comunica la procedura di riduzione del personale nei confronti di complessivi 52 lavoratori in forza presso il proprio ipermercato di Marcon».
Con una lettera indirizzata ai sindacati di categoria, a Veneto Lavoro, Regine, Provincia e tutti gli enti coinvolti, l’ipermercato Carrefour annuncia la volontà di tagliare personale in eccesso all’interno del proprio punto vendita di via Mattei. Tra le motivazioni addotte, la principale è la crisi economica. L’andamento delle vendite nette è in diminuzione, il risultato operativo dell’ipermercato è negativo, i clienti sono meno, lo scontrino medio in progressiva diminuzione anche quello. Da qui «la necessità», si legge testuale, «di effettuare interventi strutturali volti a riequilibrare in maniera definitiva il rapporto tra personale e fatturato».
Fisascat Cisl, per bocca di Andrea Stevanin, Filcams Cgil con Gianfranco Rizzetto e Alessandro Visentin di Uiltucs Uil, rispondono con un secco «non se ne parla neanche. Respingeremo in qualunque sede, sindacale e istituzionale», esordisce Stevanin, «questi esuberi dichiarati. A nostro avviso l’iper, per funzionare ha bisogno di tutti e 202 i dipendenti, i metri quadri non permettono ulteriori riduzioni, altrimenti o chiudono o devono rimpicciolirsi, ma così non ce la possono fare di certo».
Prosegue: «Chiediamo ammortizzatori sociali come contratti di solidarietà che salvaguardano l’occupazione e che vengono utilizzati da tutte le aziende, meno ore ma tutti salvi. Licenziare o tagliare retribuzioni e abbattere il costo del lavoro non è la strada da battere, anche perché così facendo sarebbe finita. Fino al 31 maggio c’è la precedente solidarietà, noi chiediamo un nuovo utilizzo di questo strumento, per salvaguardare posti e lavoro».
«A Marcon abbiamo un contratto di solidarietà ancora in essere che scade a fine maggio e coinvolge diverse decine di persone», precisa Visentin, «adesso vogliono aprire un’altra procedura di mobilità a fronte del fatto che l’azienda vorrebbe a tutti gli effetti abbassare il costo del lavoro tagliando il salario fisso che i dipendenti hanno. Se vogliono tenere l’ipermercato aperto non possono licenziare, questa è una provocazione, l’azienda vuole ridurre il salario e il costo del lavoro, il che significa aprire una breccia pericolosa all’interno del contratto integrativo nazionale». Aggiunge: «Questa è una forzatura, ci hanno già chiesto di fare un accordo sulla riduzione del salario e, siccome ci rifiutiamo, allora propongono una nuova mobilità, è una provocazione bella e buona. L’azienda fa scelte scellerate».
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