La Canottieri Giudecca contro la vetreria di Crea

La Canottieri Giudecca dichiara battaglia, anche legale, alla vetreria-vetrina di vari prodotti artigianali. che prenderà posto in uno dei capannoni oggi occupati dal campione del remo Gianfranco...

La Canottieri Giudecca dichiara battaglia, anche legale, alla vetreria-vetrina di vari prodotti artigianali. che prenderà posto in uno dei capannoni oggi occupati dal campione del remo Gianfranco Vianello «Crea» negli spazi della Giudecca, nell’area del Consorzio per la cantieristica. L’associazione sportiva che confina con l’ex-Cnomv non si fa per nulla «intenerire» dalle giustificazioni del maestro d’ascia, che ha spiegato il radicale cambio di attività - pur mantenendo in spazi più ristretti il laboratorio per la costruzione di gondole - con la necessità di far fronte a spese sempre crescenti di messa a norma e alla volontà di garantire entrate per la propria famiglia e i dipendenti a fronte della crisi economica. Così, il presidente della Canottieri Giudecca ha scritto al sindaco Orsoni, agli assessori Filippini (Patrimonio), Paruzzolo (Attività produttive), Panciera (Turismo), Ferrazzi (Sport), al presidente del Consiglio comunale Turetta e del Magistrato alle Acque, di «valutare bene prima di concedere le autorizzazioni di competenza».

A preoccupare l’associazione remiera è l’impennata di traffico acqueo che la nuova attrattiva turistica richiamerebbe, tra «lancioni granturismo e motoscafi che fatalmente saranno utilizzati per portare in loco le comitive, che potranno evitare ben più lunghe percorrenze verso Murano e Burano. Queste “attrattive “ turistiche non potranno che aumentare a dismisura il traffico acqueo davanti alla nostra sede, tra l’altro con evidente vantaggio per i tassisti e noleggiatori, ma altrettanto danno per i veri artigiani produttori delle isole». E a preoccupare ancor più la Canottieri anche l’annunciato progetto del Consorzio per l’ampliamento della darsena, «a suo tempo realizzata con danaro pubblico e come luogo di ormeggio a rotazione per le imbarcazioni allontanate dai rii da scavare. Al momento è ancora una voce, ma pare che anche l’attività di ristorazione presente al secondo piano del capannone debba cambiare, accompagnandosi a musica, eventi, manifestazioni e trasformandosi anch’essa in un’attività turistica».

«L’insediamento del Consorzio non è stato indolore per la nostra società», conclude la missiva, «che si è trovata a convivere con un crescente traffico acqueo indotto dalla trasformazione in una vera marina con servizi connessi e darsena di quello che in origine doveva essere un centro di pura costruzione di imbarcazioni, per il quale il Comune ha speso ingenti risorse pubbliche. Non ci siamo mai opposti, consapevoli della necessità che a Venezia continuassero a esistere attività produttive, ma ora pare che i progetti vadano esattamente nella direzione opposta, che impoveriscano il tessuto produttivo e culturale della città, dettati da mere esigenze speculative. Questi progetti - uniti al già dichiarato ampliamento della darsena, la concessione di ormeggi ai granturismo, l’ipotizzata nuova darsena fronte laguna nell’aria Junghans - metterebbero definitivamente in ginocchio le nostre attività». Da questo timore, la promessa di «fare tutto il possibile per impedirne la realizzazione». (r.d.r.)

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