La candidatura di Malgara: «Pronto a impegnarmi per la città»

Inizia oggi dal Lido il tour dell’imprenditore tra i quartieri. «È finita una stagione, penso a una federazione di liste civiche»
TOSATTO - CANDIDATI DI FORZA ITALIA. DA SX: MATTIA MALGARA, ELISABETTA GARDINI, MARCO MARIN, AMALIA SARTOTI, SIMONE FURLAN, MASSIMILIANO BARISON, REMO SERNAGIOTTO
TOSATTO - CANDIDATI DI FORZA ITALIA. DA SX: MATTIA MALGARA, ELISABETTA GARDINI, MARCO MARIN, AMALIA SARTOTI, SIMONE FURLAN, MASSIMILIANO BARISON, REMO SERNAGIOTTO

«Il desiderio e la volontà di impegnarmi per la città ci sono. Scioglierò le riserve al termine del tour che sto per iniziare ma c’è un gruppo di persone che è pronto a sostenermi con una lista civica». Mattia Malgara, 40 anni, nato a Milano ma cresciuto a Venezia, è consulente di una multinazionale americana nel settore dell’alimentazione per celiaci e a capo di un’impresa specializzata nella produzione di prodotti senza glutine. Figlio di Giulio, ex ad della Chiari & Forti, per 23 anni presidente dell’Unione dei pubblicitari e buon amico di Berlusconi, che sponsorizzò con Galan la candidatura del figlio Mattia, nelle liste di Forza Italia - circoscrizione Nordest - alle ultime elezioni europee dove prese 3173 preferenze. Da oggi, a partire dal Lido - alle 20.45 al Nicelli - Malgara jr inizierà un tour che, per oltre un mese, lo porterà a incontrare le persone nei diversi quartieri. Prima tappa in terraferma il 25 settembre, a Marghera.

Qual è il senso di questa iniziativa?
«Da più parti mi è stato chiesto di fare un passo avanti per il governo della città, ma io credo che come diceva De Gaulle prima bisogna ascoltare il popolo, ed è quello che farò con questa iniziativa. Per ascoltare e cercare di costruire risposte per la città».

Parla di persone che la invitano a farsi avanti, chi sono?
«Gruppi di normali cittadini che si stanno costituendo in una lista civica, il cui obiettivo è quello di dialogare con le altre civiche. Penso che sia possibile pensare a una federazione di liste civiche per governare la città. Penso ad esempio al progetto del sottosegretario Enrico Zanetti».

In questi giorni il suo nome è circolato come possibile candidato del centrodestra.
«È presto per parlarne, i partiti ne stanno discutendo in questi giorni. Ma sono convinto che il centrodestra dovrebbe presentarsi unito, ascoltando le proposte che arrivano dalle forze civiche della città. Tutti dobbiamo essere consapevoli che Venezia sta vivendo la fine di un epoca, si è chiuso un ciclo, e anche nel centrodestra è il momento di dare spazio a persone nuove e competenti».

Lei è già stato candidato alle ultime elezioni europee con Forza Italia.
«Per me è stata la prima esperienza e mi ha permesso di mettermi alla prova con la passione per la politica che ho sempre avuto. Un’esperienza che mi è servita per prendere le misure, non pensavo certi di essere eletto».

Referendum per la separazione di Venezia e Mestre: lei da che parte sta?
«Io vedo la città come un’anima con due polmoni, che però devono stare insieme. Oggi c’è più attenzione per il centro storico che per Mestre, ma l’equilibrio può essere trovato senza passare dalla creazione di due distinti comuni, ma trovando risposte distinte».

Ad esempio quali?
«A Mestre penso alla sicurezza e alla necessità di salvare i piccoli negozi che soffrono la concorrenza dei centri commerciali. Ad esempio eliminando una Ztl che più assurda che si può. A Venezia sono favorevole alla creazione di un ticket d’ingresso di 2 o 3 euro da far pagare a tutti coloro che non abitano nell’area della città metropolitana».

Sembra pronto a candidarsi a sindaco di Venezia.
«La mia disponibilità a impegnarmi c’è. Scioglierò le riserve alla fine di questo tour nei quartieri».

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