La bimba in sedia a rotelle Deciderà un altro giudice
DOLO. Toccherà ad un altro giudice veneziano, Alberto Scaramuzza, decidere sul conto di Andrea Pelizza, il trentenne di Camponogara che ha centrato l’auto di Tania Maritan, provocandole gravissime lesioni, ma soprattutto ferendo anche la figlia Aurora, che per sempre rimarrà in una carrozzella. La giudice Roberta Marchiori, infatti, ha preso la sua decisione: si è astenuta dal proseguire l’udienza così come aveva chiesto il difensore dell’indagato, l’avvocato Roberto Bolognesi, il quale aveva anche presentato l’istanza di ricusazione, richiesta che sarebbe scattata coinvolgendo la Corte d’Appello se il magistrato non si fosse astenuto. Il legale aveva sostenuto che la giudice, non accogliendo la sua richiesta di messa in prova per il suo cliente, avanzata per evitargli una condanna quasi certa, si fosse espressa e che, quindi, non avrebbe potuto celebrare il rito abbreviato e quindi emettere la sentenza. I tempi, ora, non saranno lunghi: il giudice Scaramuzza dovrà fissare un’udienza. Solo se avesse dovuto intervenire la Corte d’Appello, per decidere sulla ricusazione, ci sarebbe voluto più tempo.
L’incidente stradale era accaduto all'altezza di Lughetto, provocato da Pelizza, che si era messo alla guida della sua Fiat Bravo dopo aver assunto sostanze stupefacenti. Infatti, deve rispondere di lesioni colpose aggravate dal fatto di aver provocato l’incidente stradale in stato di alterazione dovuta alla marijuana che aveva fumato.
La messa in prova è un nuovo istituto che in cambio di un lavoro socialmente utile porta all’estinzione del reato, richiesta del difensore cui si era opposta il pubblico ministero Carlotta Franceschetti. L'incidente era accaduto il 19 gennaio 2013, la madre con la figlia erano a bordo di un Twingo, la piccola nel seggiolino sul sedile posteriore. Pelizza era uscito in retromarcia da una stradina laterale e si apprestava a fare inversione a U senza dare la precedenza alla Twingo, l’aveva centrata e la piccola auto era finita contro una Passat che proveniva dalla corsia opposta, a bordo della quale c’era un’intera famiglia rimasta ferita. L’auto si era accartocciata e la madre e la figlia avevano riportato numerose fratture e sono rimaste entrambe in coma per settimane. Gli avvocati Augusto Palese e Giacomo Gamba si sono costituiti parte civile, hanno chiesto un risarcimento di dieci milioni di euro. Da considerare che l’imputato in precedenza era già stato condannato a 4 mesi di arresto, mille euro di ammenda, con revoca della patente e confisca dell’automobile per essere stato “pizzicato” alla guida in stato di alterazione.
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