La «Bild» usa uno studio veneto: «Gli italiani ce l’hanno piccolo»

Il tabloid tedesco cita uno studio padovano. A Cavallino i turisti germanici ironizzano e gli italiani replicano: «Qui vendiamo molti preservativi»

VENEZIA. Il pene del maschio italiano si è ritirato di un centimetro. Non una sera, per improvvida timidezza, ma per sempre, a beneficio di altre parti del corpo come le braccia, le gambe o i lobi delle orecchie che si stanno allungando senza che a nessuno importi un accidente. La notizia che il pisello abbia perso il dieci per cento della sua lunghezza nell'arco degli ultimi 50 anni, frutto di una ricerca pubblicata nel febbraio scorso dall'Asl di Padova, è stata rilanciata ieri da “Bild” i cui giornalisti, dopo una sbirciatina rassicurante ai propri gioielli rimasti immutati nei decenni, hanno titolato tronfi d'orgoglio «Penisse werden immer kleiner!», roba che fa male solo a pronunciarla, figuriamoci ad accettarla come principio di realtà.

I maschi di Cavallino, particolarmente sensibili all’argomento, l'hanno presa con filosofia ripensando al vecchio detto non lungo che tocchi ma duro che duri e, manco a dirlo, hanno avuto una reazione immediata. Abituati a trafiggere ogni estate un numero incalcolabile di turiste tedesche e a mettere le tacche, ricordano al giornale tedesco che il loro comune è quello nel quale si vende il più alto numero di preservativi della provincia, e pure extralarge, quindi piano con i centimetri.

Impietoso (e anche poco solidale) “Bild” rammenta i risultati dello studio del professor Carlo Foresta il quale, messi in fila 2.019 ragazzi di 18 e 19 anni, quindi in età da erezione perenne, ha verificato che il corpo sta cambiando, anzi è già cambiato, ma non nella direzione più auspicabile. Le braccia e la gambe sono diventate più lunghe ma il membro continua a ridursi. Era 9,7 centimetri nel 1948, a guerra finita, dopo anni di piaceri solitari nelle trincee. Mezzo secolo più tardi, nel 2001, aveva perso sette millimetri ma onestamente nessuno se n’era accorto. È stato il bravo professor Foresta, righello alla mano, a far notare che l’organo si era ritirato silenziosamente a nove centimetri.

Nove centimetri restano comunque nove, dignitosi, centimetri; non sarà legno ma non è ancora barzotto. Ragion per cui nessuna “Bild” si sarebbe mai azzardata a fare i conti dentro le mutande di nessuno se il membro italico non avessero perso un altro millimetro nell’arco dell’ultimo decennio arrivando a 8,9 centimetri di massima estensione media. Meno di nove, par di capire, potrebbe essere addirittura imbarazzante. Ignoriamo cosa stia accadendo tra i testicoli degli altri popoli europei ma tra quelli germanici la gioia è schizzata alle stelle. La colpa della contrazione, secondo gli esperti, sta nello smog, nello stress e nelle abitudini di vita. L’obesità, ad esempio, è la principale nemica della produzione di ormoni durante la fase dello sviluppo: chi ha tanta ciccia rischia dunque di avercelo piccolo. I campeggiatori di Cavallino stanno già rivedendo i menù in vista della prossima estate.

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