La battaglia di Pietro: «L’Usa è senza ostacoli. Qui siamo indietro»

Martire, 39 anni, chiede un incontro con i Comuni e Actv. «In Italia si pensa a togliere le barriere dopo aver costruito»

DOLO. San Francisco, Los Angeles, Las Vegas. Un viaggio “on the road” lungo 3764 chilometri tra grandi città, Yosemite Park e il Grand Canyon. «È stata un’esperienza meravigliosa che mi ha reso ancora più consapevole di quanto lavoro ci sia da fare qui in Italia per abbattere le barriere architettoniche. La grande differenza è che in America, quando costruiscono qualcosa, pensano fin dall’inizio a renderla accessibile. Da noi ci si pensa dopo e si è costretti a mettere delle pezze».

Pietro Martire ha 39 anni, vive a Dolo con la moglie Paola e lavora come tecnico informatico al Parco Scientifico Tecnologico Vega di Mestre, all’ICT agenda digitale. Dal 2004 è in sedia a rotelle su una Klaxon Klick.

«Mi sono lesionato il midollo mentre giocavo a calcio con la Camponogarese, società di cui oggi sono presidente». Martire è anche presidente dell’associazione Oltre il muro, impegnata da anni con iniziative per migliorare l’accessibilità delle nostre città. Nel 2016 ha organizzato a Dolo “Skarrozzandolo”, una giornata in cui gli amministratori comunali hanno girato per la città in carrozzina, capendo le difficoltà che una persona con disabilità motorie incontra ogni giorno. L’iniziativa ha portato il Comune a investire 11 mila euro per abbattere le barriere. La stessa idea è stata riproposta a giugno a Mirano. Tecnici e amministratori hanno girato la città in sedia a rotelle, capendo dove fosse necessario intervenire.

Martire è appena tornato dall’America: vedere come sono attrezzati dall’altra parte dell’oceano gli ha dato ancora più stimoli per realizzare altri progetti. «Arrivati a San Francisco, io e Paola abbiamo preso la metro che ci ha portati fino alla fermata dell’autobus. Tra me e me ho pensato che sarebbe iniziata l’odissea dei mezzi pubblici», racconta, «Invece, vicino alla fermata, c’era una struttura rialzata che mi ha permesso di entrare facilmente nel bus, nonostante si trattasse di un mezzo piuttosto vecchio. Lì tutti i marciapiedi sono attrezzati di scivoli e, soprattutto, i percorsi sono segnalati. A San Marco, sotto i portici, ci sono le strutture ma non sono segnalate».

Per quanto riguarda gli autobus: la situazione è particolarmente critica nella tratta Dolo-Venezia. «Ci sono tantissime fermate inaccessibili», spiega Martire, «Alcune consistono in un palo posizionato sulla strada e sono inutilizzabili. Nel 2014 ho anche girato un video per evidenziare il problema: su tre autobus che sono passati nessuno aveva la pedana funzionante. Mi era stato detto che le pedane sono sottoposte a intemperie e si deteriorano. Io ne ho una sulla mia macchina e non si è mai bloccata. Bisognerebbe che quelle dei bus fossero soggette a manutenzione continua e che a inizio corsa fosse fatta una verifica».

È passato qualche anno, ma la situazione non è migliorata: «Questo mi fa stare male. Io vado al lavoro in macchina, se si dovesse rompere dovrei chiedere un passaggio a qualcuno perché in autobus è impraticabile. Chiederò un incontro con le associazioni di categoria, i Comuni e Actv per trovare una soluzione al problema. Una tavola rotonda per provare a cambiare insieme le cose». —


 

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