La barchetta per ricordare la tragedia dei migranti
Non solo locandine. C'è un precedente di uso artistico delle pagine de La Nuova di Venezia e Mestre. Si tratta di "Lampedusa", la rappresentazione di una barca di carta costruita in scala con la grandezza di un tradizionale vaporetto veneziano.
La surreale opera di Vik Muniz, artista brasiliano ospite della 56esima Biennale di Arti Visive, era quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema dell'immigrazione, raccogliendo fondi per il Consiglio Italiano per i Rifugiati. Nato tre anni fa, dopo la tragedia avvenuta nelle acque siciliane il 3 ottobre 2013 e di cui la "Nuova" riportava la notizia in prima pagina il giorno successivo, il progetto "Lampedusa" di Muniz si era trasformato in un vero e proprio piano di fundraising quando, ad aprile, la storia si era drammaticamente ripetuta, portando alla morte di centinaia di profughi diretti verso le coste italiane.
«Intendevo mantenere alta l'attenzione delle persone sul problema dei migranti» aveva spiegato l'artista a Venezia «ma purtroppo la cronaca mi ha anticipato. Fortunatamente, in brevissimo tempo siamo riusciti a trovare un accordo con la casa d'aste Christie's, che ad ottobre venderà l'opera al miglior offerente, devolvendo il ricavato a favore del Cir».
Sul perché avesse scelto proprio una pagina della "Nuova" per ricoprire la sua opera, Muniz aveva risposto: «Volevamo un quotidiano italiano e veneziano. Vedendo la barca tutti i veneziani potranno ricordare la tragedia di Lampedusa, raccontata da una fonte che considerano autorevole; noi ci appoggiamo proprio a questa autorevolezza».
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