La Banca d'Italia: "Economia riparte ma percorso lungo"

Il rapporto della sede veneziana: "Il Veneto ha ripreso a correre, ma serve tempo per ritornare ai livelli pre-crisi". Tutti i dati
Un momento della presentazione dei dati
Un momento della presentazione dei dati
VENEZIA. "Abbiamo ancora del cammino da compiere per tornare ai livelli pre-crisi e la prospettiva per il 2011 è di stabilita'''. E' questa l'analisi del direttore della sede di Venezia della Banca d'Italia, Giancarlo Salvemini, in relazione al rapporto sull'economia del Veneto, presentato all'Università Ca' Foscari della città lagunare.


Dopo il pesante calo del Pil del biennio precedente (-6,7%), nel 2010 l'economia regionale ha beneficiato della vigorosa ripresa del commercio mondiale, anche se, a fine anno, il sistema produttivo regionale era ancora lontano dai livelli di attività pre-crisi, con ampi margini di capacità produttiva inutilizzati e un'occupazione che stentava ancora ad aumentare. A fornire il principale contributo alla crescita della produzione industriale (+6,3%), in particolare nei settori dei beni industriali e intermedi, in precedenza più colpiti dalla crisi, sono state le esportazioni (+16,2%). ''Il dato più interessante - ha detto Massimo Gallo, della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della sede veneziana della BdI - è il cambiamento del sistema verso un'economia più avanzata e la vera sfida che si pone è quella della tecnologia e dell'innovazione. Per affermarsi sul mercato internazionale bisogna infatti puntare sul contenuto del bene venduto''.


Dal rapporto emerge il ritorno alla crescita (+7,4%) degli investimenti industriali, mentre i  comportamenti di spesa delle famiglie sono rimasti prudenti, con una modesta dinamica delle vendite nel settore del commercio (+1,2%) e la debolezza dei consumi nazionali ha influenzato anche l'attività turistica, ferma sui livelli del 2009. Invariata, dopo il calo del 2009, anche la crescita dell'occupazione, con gli effetti della recessione che hanno colpito soprattutto i giovani.


Tra i settori in maggiore difficoltà, quello delle costruzioni ha fatto segnare un'ulteriore calo delle produzioni (-6%), con il comparto residenziale che, a fronte di una debole ripresa degli interventi di manutenzione e recupero abitativo (+1,2%), ha registrato una forte contrazione della costruzione di nuove abitazioni (-13%). Quanto al settore bancario, modesto aumento dei prestiti bancari (+3,8% complessivo, +3,9% alle famiglie, +1,7% alle imprese), con rischiosità del credito che resta elevata e una capacità di risparmio delle famiglie condizionata dalla prolungata fase di difficoltà dell'economia (-1,2% per gli strumenti di risparmio bancario detenuti dalla clientela, +2,1% nei depositi in conto corrente, -3,6% per le obbligazioni bancarie e -33% nei pronti contro termine).

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