Kwong, il pallino degli hotel ma il sogno è sbarcare ai Pili

Non sarebbe mai cessato, nonostante gli esposti, le interpellanze comunali e le molte complicazioni insorte, compresa quella relative alle bonifiche, l’interesse delle imprenditore asiatico Ching...

Non sarebbe mai cessato, nonostante gli esposti, le interpellanze comunali e le molte complicazioni insorte, compresa quella relative alle bonifiche, l’interesse delle imprenditore asiatico Ching Chiat Kwong sull’area dei Pili, di proprietà di Porta di Venezia, la società che fa capo all’attuale sindaco di Venezia, ora gestita da un trust. Sarebbe quello anzi l’investimento prioritario a cui sarebbe interessato nell’area lagunare, nonostante gli acquisti a fini alberghieri dal Comune di Palazzo Donà e ora di Palazzo Poerio Papadopoli. Un interesse per un mega investimento di tipo immobiliare, turistico, residenziale e dello svago sull’onda di un grande progetto similare, denominato Royal Wharf, che il magnate di Singapore sta conducendo a Londra sul Tamigi, in un’area da recuperare con fronte acqueo, simile a quella di Marghera, dove Brugnaro ha ribadito più volte la volontà di realizzare anche il nuovo palazzetto dello sport da 10 mila posti dove dovrebbe giocare la sua Reyer.

Ching Chiat Kwong nella parte est di Londra nel 2013 ha acquistato dal gruppo irlandese Ballymore, il Royal Wharf Development, un’area di oltre venti ettari, in cui ha realizzato spazi commerciali e complessi residenziali da 3.385 alloggi. Un’operazione che, con altre caratteristiche, potrebbe riproporre appunto anche per l’area dei Pili, se tutti i frammenti del “puzzle” dovessero ricomporsi. Si starebbe già lavorando da qualche tempo, con l’impegno anche di alcuni professionisti locali e di un architetto ben noto del territorio come Tobia Scarpa, a un progetto di riutilizzo dell’area dei Pili, dove sarebbe previsti un grande albergo fronte laguna, un centro commerciale con parcheggi coperti, alcune torri per uffici, una residenza di lusso per anziani, villette unifamiliari con vista laguna, darsena turistica con club house. E, naturalmente, il Palazzetto dello sport, la cui realizzazione andrebbe a parziale copertura della vendita dell’area da parte della società di Brugnaro. Le polemiche insorte negli ultimi mesi sulla vicenda, quando sono iniziate a circolare le indiscrezioni, hanno messo tutto in «stand-by», ma senza cancellare l’interesse. E non ha avuto finora risposta l’interpellanza presentata dal consigliere comunale e ora anche deputato del Pd Nicola Pellicani che proprio sulla base delle recenti acquisizioni da parte dell’imprenditore di Singapore e ricordando come egli coltivi «vari interessi in diverse aree metropolitane in varie parti del mondo, soprattutto nel campo della rigenerazione urbana lungo i waterfront delle grandi città», chiede «se l’imprenditore Ching Chiat Kwong, o una società a lui riconducibile» risulta aver manifestato interesse per promuovere un progetto nel territorio comunale con caratteristiche simili all’intervento a Londra. In particolare se «ha manifestato interesse per realizzare un progetto sul waterfront nell’area dell’ex Prima Zona industriale a fini turistici, ricettivi, residenziali, e sportivo-ricreativi».È dal 2008, tre anni dopo aver acquistato dal Demanio per circa 5 milioni di euro i 40 ettari inquinati dell’area dei Pili, che Brugnaro pensa a un grande intervento su quell’area .(e.t.)

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