Keke Pan, si deciderà a marzo il rimborso di Stato ai creditori
Toccherà al Tribunale delle misure di prevenzione presieduto dal giudice Angelo Risi decidere se l’amministrazione statale dovrà pagare i debiti, che ammontano a quasi due milioni e mezzo di euro, dell’imprenditore cinese Pan Keke, visto che il suo intero patrimonio immobiliare e i suoi soldi sono stati sequestrati prima e confiscati poi per ordine della magistratura, in seguito all’inchiesta penale che l’ha visto condannare a cinque anni e mezzo di reclusione.
L’udienza è già fissata per il prossimo 3 marzo: i creditori sono 23 e le cifre più consistenti l’ex re di via Piave le doveva soprattutto alle banche, in particolare Veneto Banca. Grazie ai fidi che gli istituti di credito gli avevano concesso, infatti, Pan Keke ha potuto costruire il suo impero immobiliare: senza quei mutui non sarebbe arrivato a possedere decine di appartamenti, spesso intestati a prestanome cinesi ma anche italiani.
Il conto più salato, dunque, l’ha presentato Veneto Banca, la quale sostiene di avere un credito di poco superiore al milione di euro; sarebbero almeno sei i mutui accesi dall’imprenditore cinese, anzi dai prestanome ai quali erano intestati gli immobili acquisiti con i fidi in questione. Ma era sempre e comunque lui a garantire, tanto che se non veniva pagata la rata in scadenza, i dirigenti della banca si rivolgevano direttamente a Pan Keke e non certo a chi era formalmente intestatario dell’immobile e del mutuo.
Si sono inserite altre banche, anche se per cifre molto inferiori: c’è la Carive con 141 mila euro, Intesa San Paolo con 150 mila, la Banca cooperativa di Santo Stefano con 57 mila e la Carige con 205 mila.
La lista dei creditori è ancora lunga: c’è Equitalia che vuole 195 mila euro, la Complet Edil, una ditta edile intervenuta per la manutenzione dei condomìni dell’imprenditore di via Piave, che vuole 170 mila euro, la «New Stargate», società che ha dato in affitto le slot machine per i suoi locali, la quale sostiene di aver anticipato 119 mila euro, infine il Comune e altri fornitori per altri 2-300 mila euro.
I giudici del riesame dovranno stabilire innanzitutto se le richieste sono veritiere, ma sono i creditori che dovranno dimostrare di essere stati in buona fede nell’aver concesso i mutui o aver rifornito di materiale Keke Pan. Ad esempio, agli avvocati degli istituti di credito toccherà spiegare per quale motivo i mutui erano intestati ad altri, i proprietari degli immobili, eppure le banche si rivolgevano sempre e comunque all’imprenditore cinese quando qualcosa non andava.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia