Kayak via dal Canal Grande pubblicata l’ordinanza

Nuovo regolamento anche per Sup e gommoni:  fasce orarie per la circolazione negli altri canali della città. Svelato il mistero dell’amaca 

Sarà pubblicata oggi l’ordinanza che vieta la circolazione in Canal Grande di kayak, canoe, Sup (le tavole da surf, portate pagaiando in piedi) e qualsiasi barca “alternativa”: proibiti anche i gommoni, a remi e a motore.

«Restano esclusi i dragon boat, perché sono più stabili e visibili», osserva il comandante della Polizia locale, Marco Agostini, «siamo intervenuti per mettere sicurezza nel traffico acqueo: queste piccole imbarcazioni sono spesso invisibili per i mezzi di trasporto pubblico e per i grandi barconi merci e gravavano su una situazione già molto pesante. Per questo abbiamo deciso di interdire il Canal Grande anche ai gommoni».

La nuova ordinanza si estende anche ad altri canali,pur a fasce orarie. Kayak&co. non potranno circolare dalle 7 di mattina alle 17 neppure lungo i canali a grande percorrenza, come il rio di Noale, Rio Novo, San Lorenzo-Santa Giustina. Negli altri canali della città, la circolazione sarà libera solo dalle 15 alle 8 di mattina: nuovi orari dei quali dovranno prendere nota appassionati e chi dei tour in kayak ha fatto un’offerta turistica e una professione. Naturalmente i divieti non varranno in occasione di manifestazioni come la Vogalonga.

Il comandante Agostini fa anche il punto sua segnalazione singolare dei giorni scorsi: turiste in amaca davanti ai Giardini reali di San Marco, come nulla fosse. Il mistero è stato svelato. «Si è confermato che si tratta di due blogger spagnole che hanno fatto una specie di performance artistica durata pochi minuti», spiega Agostini, «inizialmente girava sui social la foto dell’amaca legata tra gli alberi e la balaustra dei Giardini e non trovavamo testimoni tra i proprietari dei banchi lì vicino: nessuno aveva visto niente. Poi un pittore ci ha detto che verso le 16 del 24 luglio, due ragazze hanno allestito l’amaca per scattare qualche foto: lui ha detto che non lo potevano fare e se ne sono andate. Ora stiamo cercando di dare loro un nome e valutando la possibilità di sanzionarle». Più che un caso di maleducazione, una leggerezza “artistica”, durata pochi minuti. —

Roberta De Rossi

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