Katia, stroncata dalla malattia a 40 anni

Fossalta di Piave. Lavorava come impiegata negli uffici dell’Usl 4 di San Donà. Lascia nel dolore il marito e i genitori
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - LOVISETTO KATIA
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - FOSSALTA DI PIAVE - LOVISETTO KATIA
FOSSALTA DI PIAVE. Si è spenta all’ospedale di Bergamo, dove da anni era in cura per la fibrosi cistica, Katia Lovisetto. Aveva 40 anni questa donna di Fossalta che ha sofferto ed è andata avanti fino alla fine combattendo la sua battaglia per la vita fino in fondo. Proprio ieri mattina le campane nella chiesa di Fossalta hanno iniziato improvvisamente a suonare. E tanti, nel sentire quel rintocco verso le 9.30, in quell’istante hanno capito che il cuore di Katia, lontano da casa, ma sempre presente in paese, aveva cessato di battere. Tutti quanti la conoscevano hanno iniziato a palpitare per la commozione.


Lascia il marito, sensibile e innamorato compagno di vita, Massimo Fasan, i genitori Anna Maria e Inigo, i fratelli Laura e Christian e tanti amici che mai la dimenticheranno.


I funerali saranno celebrati domani alle 15 nella chiesa parrocchiale di Fossalta di Piave, mentre il rosario di suffragio sarà celebrato stasera alle 18.30 dopo la messa.


Katia era stata operata nel 2005, trapianto dei polmoni, a Bergamo. Un delicatissimo intervento chirurgico per cercare di andare avanti e combattere la malattia di cui soffriva. Da allora aveva cercato sempre di continuare a vivere una vita normale, con il marito, la famiglia e gli amici sempre vicini a lei. Da allora si è sempre curata cercando di andare avanti e mai voltarsi indietro. Un coraggio e una voglia di vivere che devono far riflettere chi è più fortunato di lei e della sua famiglia e non si cura di chi ha dovuto combattere tutta la vita contro un destino segnato.


Lavorava come impiegata all’Usl 4 presso gli uffici di San Donà in piazza De Gasperi. Anche nel lavoro, come nella vita, era sempre sorridente e piena di energia, cercando di non far mai pesare a nessuno le sue sofferenze e i tanti problemi che doveva affrontare quotidianamente. Le cure, la debilitazione progressiva, non l’hanno mai impressionata, perché lei voleva vivere.


Ieri mattina i colleghi hanno saputo della sua scomparsa e in tutta l’Usl è iniziato un giro di telefonate commoventi. Lo stesso a Fossalta, dove la famiglia è tanto conosciuta e rispettata anche per la forza con cui, unita, ha accompagnato Katia in questi anni cercando di vivere una vita normale, senza mai perdere il coraggio che è stato un esempio per tutti.


Domani vorranno essere sicuramente in tanti a stringersi intorno alla famiglia in questo momento di grande dolore.


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