Jesolo, tutti i truffati da Nardin vanno verso il fallimento
JESOLO. Dopo il danno, anche la beffa. Adesso i commercianti e artigiani, truffati dal ragioniere Nicola Nardin potrebbero vedersi recapitare anche le parcelle per i suoi servigi.
L'ultima novità, che si è insinuata tra le paure di una quarantina di attività cui non sono stati versati Iva e contributi, dal 2008 in poi circa, per un paio di milioni di euro, è quella di dover pagare anche il ragioniere che li ha trascinati nel baratro.
C'è chi si è trovato un conto da pagare attorno ai 20 mila euro, chi fino a 400 mila. Ci sono albergatori, pizzerie da asporto, gelaterie, negozi di abbigliamento, ristoranti, tutti risucchiati nel vortice Nardin. Lunedì le prime scadenze dei pagamenti da regolare con Equitalia. Ma ancora una volta le attività lanciano un appello: «Tra noi molti sono pronti a fallire, non ce la faremo mai». Le prime scadenze prevedono rateazioni attorno ai seimila euro. Ne arriveranno in media un'altra settantina da pagare. «Con una stagione che è stata terribile», raccontato i più colpiti, «non sappiamo davvero come faremo a pagare. Le cartelle erano state fermate, per chiarire che sconti potessero essere accordati su more e interessi, ma non abbiamo sentito più nessuno. Pagare seimila euro subito a fine stagione, dopo un'estate che non è stata c'erto d'oro, è un colpo che si aggiunge a tutto il resto».
«Dovremo anche pagare avvocati e commercialisti», aggiungono preoccupati, «che presentano il conto per il fatto di averci tutelato legalmente o sistemato la contabilità disastrata. Una spesa tra i tre e i quattromila euro. Non solo. L'ultima novità è che starebbero per arrivare anche le parcelle di Nardin che era il nostro commercialista e adesso dovrebbe recapitare la richieste delle somme che gli dovremmo per quanto ha fatto per noi. Sono arrivate a quelli che non hanno avuto problemi con il fisco, e ora toccherebbe a noi che siamo stati truffati».
I commercianti lanciano anche un appello all'Agenzia delle Entrate.
"L’unica soluzione», concludono, «è che, prima di chiederci i soldi che dobbiamo, ma non per colpa nostra, attendano il processo penale e poi eventualmente civile, nei confronti di Nardin. Verrebbero accertate le responsabilità e i reati e per noi cambierebbe tutto. Altrimenti, per pagare le rate ci sarà chi sarà costretto, se già non lo ha fatto, a dichiarare fallimento. E questo determinerebbe un effetto domino su una buona parte dell'economia jesolana, già in ginocchio, nonostante quello che si dica sulla stagione finita bene».
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