Jesolo, si tuffa e rischia la paralisi
JESOLO. Si tuffa dal pontile e rischia di rimanere paralizzato. È accaduto sabato pomeriggio, intorno alle 18, nel tratto di arenile situato a ridosso dello stabilimento balneare Oro Beach di via Vittorio Veneto. Un turista piemontese di 35 anni, C.P., ha battuto la testa sul fondale marino dopo aver eseguito un tuffo dal flangiflutti in un tratto dove l'acqua era ancora troppo bassa.
Soccorso prontamente dagli addetti del salvataggio e in pochi istanti dai sanitari jesolani, giunti con un'autoambulanza, l'uomo è stato trasferito all'ospedale all'Angelo di Mestre con la vertebra R5 lesionata. Al momento si trova ricoverato al reparto di neurochirurgia e le sue condizioni potrebbero migliorare nelle prossime ore scongiurando l'eventuale paralisi. «I nostri bagnini sono intevenuti prontamente per portarlo delicatamente fuori dall'acqua», ricorda il responsabile dello stabilimento balneare Oro Beach, «riuscendo a predisporre tutte le attenzioni del caso prima dell'arrivo dell'ambulanza. Ricordo che al momento del soccorso era cosciente e muoveva fortunatamente gli arti: speriamo che possa cavarsela senza riportare gravi conseguenze». A Jesolo si tratta dell'ennesimo tuffo che avrebbe potuto rovinare per sempre una vita. Dopo i numerosi casi avvenuti le scorse estati, infatti, da diverse parti è stata suggerita la necessità di avviare una campagna informativa contro questi errati comportamenti, eseguiti da persone di ogni età nonostante a ridosso dei pontili vi siano gli appositi cartelli indicanti il divieto di tuffarsi. Indicazioni molte volte ignorate e sottovalutate da parte dei turisti, che al momento dell'immersione in acqua impattano con il fondale sabbioso causando danni gravissimi alle vertebre. «Forse», conclude ancora il responsabile dello stabilimento, «il bagnante non ha considerato il fatto che in quell'ora del pomeriggio la marea fosse bassa, a differenza di quanto lo fosse la mattina. In ogni caso è sempre sconsigliabile tuffarsi da, evitando bravate o esibizioni che possono costare caro». Alessio Conforti
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