Jesolo, sede della Croce Rossa in vendita «Fermiamo la speculazione»
JESOLO. Affari e speculazioni attorno alla Croce Rossa, all’ombra dell’accoglienza dei migranti. La proposta dell’assessore all’urbanistica Otello Bergamo, che ha chiesto uno studio di fattibilità alla Regione per inglobare la Cri di via Levantina nell’ospedale e creare un polo ospedaliero riabilitativo termale della costa veneta, ha scatenato le paure di Sinistra Italia e delle associazioni e comitati civici.
I terreni, sei ettari e 30 mila metri cubi, sono stati oggetto di tre o quattro aste che hanno portato il valore da 40 milioni iniziali, alla metà con eccessi di ribasso, anche se nel 2016 l’ente ha dichiarato che non è più alienabile. Ma se arrivasse una proposta concreta, magari su spinta del Comune e condivisa dalla Regione, tutto potrebbe anche cambiare. Il comitato per le terme a Jesolo, con Claudio Ferro, ha accolto la proposta di Bergamo e chiede di perseguire questo obiettivo finale che è il migliore per la città, trovando magari alla Cri una nuova area.
Ora il comitato per la difesa dei diritti civili, con Francesco Esposito, solleva il caso dopo che la questione migranti, con i 120 ospiti, i 14 arrivati da Cona, ha riacceso i riflettori sull’attività in via Levantina mettendo in tensione la città in vista della prossima estate. «Ci rivolgiamo direttamente al sindaco Zoggia affinché faccia chiarezza sulle dichiarazioni dell’assessore Otello Bergamo», dice Esposito, «in merito alla volontà di inglobare la struttura della Croce Rossa in un polo riabilitativo termale nell’ospedale di Jesolo. Immediatamente si è rifatto vivo il presidente del Comitato per le Terme Claudio Ferro che, regolare come il soffiare degli alisei, anche a distanza di qualche anno, cerca di portare a compimento questo vecchio progetto che mira a finalità che non sono certamente per il bene della collettività. Oltretutto sembra che Ferro non conosca nemmeno la normativa che regola la Cri. La Croce Rossa ha avuto commissari di nomina governativa solo fino al 1998. Oggi è un’associazione di Promozione Sociale ed è posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana».
«Il fatto che sia posta sotto l’ala governativa, come dichiarato da Ferro, è solo un film di cui lui stesso è stato l’unico spettatore. Riteniamo quindi necessario che il sindaco Zoggia», prosegue, «chiarisca il suo pensiero in merito a questa vicenda che potrebbe, qualora andasse avanti, generare conseguenze politiche non da poco. L’assessore Bergamo», si chiede il comitato, «ha parlato a nome suo senza valutare le conseguenze o anche a nome del sindaco e della giunta?».
Zoggia ha ribadito la necessità di dimezzare il numero di ospiti sulla base dell’ordine del giorno approvato in Consiglio, ma difficilmente si discosterà dagli interventi di uno dei suoi assessori più fidati.
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