Jesolo, scoppia una rissa tra profughi per una pastasciutta
JESOLO. Un diverbio in sala mensa scatena la rissa alla Croce Rossa di via Levantina, dove sono ancora ospitati un centinaio di migranti dopo i primi sbarchi a Lampedusa e poi i vari trasferimenti dai vari centri, tra cui Cona. Un senegalese è stato arrestato infine portato con urgenza al commissariato del lido e oggi sarà processato per direttissima al tribunale di Venezia. Per lui scatterà l’espulsione e la revoca dell’accoglienza.
La polizia di Stato è arrivata martedì nella sede della Croce Rossa poco dopo il litigio che aveva visto uno dei migranti protestare perché voleva una seconda razione di un piatto, a quanto pare di pastasciutta, servito in mensa. Era stato inizialmente invitato dai volontari che prestano servizio ad avere ancora un po’ di pazienza, perché glielo avrebbe servito magari dopo che aveva mangiato il primo, ma lui ha iniziato a inveire alzando la voce, sbattendo un vassoio davanti al bancone.
E ha invocato lui stesso l’intervento delle forze dell’ordine. Quando la tensione si è ulteriormente alzata, il personale ha chiamato il commissariato. La polizia ha inviato immediatamente i suo reparti. In breve tempo la situazione è precipitata, coinvolgendo anche altri migranti che hanno lanciato contro gli agenti alcune panche protestando. Il più esagitato del gruppo, un senegalese ospite da qualche mese nella struttura, che pare avesse già manifestato un certo nervosismo, è stato condotto al commissariato, arrestato per violenza a pubblico ufficiale, in attesa del processo per direttissima di oggi.
Alla Croce Rossa è dunque tornata la calma, ma questo episodio ha subito sollevato le proteste negli ambienti politici più intransigenti di Jesolo. «Se non va bene loro quello che mangiano», ha detto tranciante il leghista Alberto Carli, ora leader dell’opposizione, «allora è meglio che tornino a casa, prendano coscienza che questa è l’Italia e la nostra polizia interviene quando la situazione lo richiede».
Daniele Bison, della civica Jesolo, è altrettanto duro: «Questa sede della Croce Rossa sta diventando una polveriera e non possiamo sopportarlo in una città come Jesolo, quindi è il caso di chiuderla e mandarli tutti a Cona o dove ci sarà posto».
Il sindaco, Valerio Zoggia, è stato subito informato e si è messo in contatto con la polizia. Le forze di opposizione e in particolare la Lega hanno costruito la campagna elettorale anche contro l’apertura della sede della Croce Rossa e l’ospitalità ai migranti che sono oltretutto in sovrannumero rispetto al rapporto con i residenti. Dovrebbero essere una sessantina e sono almeno il doppio. Il sindaco Zoggia aveva chiesto al prefetto di Venezia il rispetto delle proporzioni indicate dall’Anci, ma la città sta ancora attendendo che siano trasferiti quelli in eccesso. Ormai se ne riparlerà probabilmente a fine stagione, anche se questo episodio potrebbe sollevare nuove polemiche sulla sede di via Levantina e la presenza di un centinaio di migranti.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia