Jesolo pronta a ospitare eventi contro l’omofobia
JESOLO. La città di Jesolo apre ai gay, il sindaco Valerio Zoggia a sorpresa va contro le direttive del ministro Alfano sulla trascrizione dei matrimoni tra omosessuali contratti all’estero: «A Jesolo, se la legge lo permette, lo potranno tranquillamente fare». Una presa di posizione, quella di Zoggia, il quale proviene e appartiene a Forza Italia, che prepara il terreno a un cambio di cultura e di rotta in una città che è sempre più internazionale oltre che europea, e che presto potrebbe aprire le porte anche a un “gay pride” o come lo si voglia chiamare un evento che porti a Jesolo tanta gente che vuole protestare contro l’omofobia per difendere i diritti degli omosessuali.
La scorsa estate alcuni giovani veneti sono stati intervistati da Gay.it a proposito dell’omofobia e il video è stato caricato in rete su youtube. In piazza Mazzini se l’erano presa addirittura con Hitler perché non aveva completato la sua opera di sterminio degli omosessuali. Un video che ha fatto discutere, suscitando una presa di distanze decisa da parte di Zoggia che condannò quelle idee professate dai ragazzi senza alcun ritegno.
Il sindaco ha comunicato anche con gli esponenti di Lgbt, ovvero l’associazione che nel Veneto Orientale tutela gay, lesbiche, bisex, trans, per gettare le basi di future iniziative contro l’omofobia, manifestazioni, incontri, eventi.
In merito alle direttive di Alfano, Zoggia resta imperturbabile. «Per quanto mi riguarda», dice, «non vi è alcuna preclusione nei confronti delle coppie omosessuali e se la nostra legge permetterà di trascrivere i matrimoni contratti all’estero, noi non ci fermeremo e lo faremo serenamente. E se qualcuno volesse organizzare e promuovere degli eventi come il gay pride, o comunque lo si voglia definire, Jesolo potrà essere la città giusta per dare questo messaggio contro violenza, omofobia, ignoranza. Io sono per il rispetto della sessualità di tutti e della persona in genere con i suoi diritti».
«Deploro volgarità e violenza», conclude, «e credo che questi siano i paletti da fissare per tutti. Anche negli ambienti degli omosessuali ci sono sempre più persone che non vogliono tanto eventi volgari o peggio ancora ridicoli, ma manifestazioni di una certa importanza dal punto di vista dei valori, che uniscano il momento conviviale e il divertimento, diciamo il folclore, alla riflessione seria su questi temi di grande importanza».
Giovanni Cagnassi
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia