Jesolo, padrona e cagnolino azzannati da due cani
lasciati liberi
JESOLO. Cane e padrona aggrediti in spiaggia da un Dogo argentino e un Husky lasciati liberi e senza museruola e guinzaglio. È accaduto domenica sulla spiaggia verso il faro. Una delle due zone, l’altra è la pineta, in cui vengono segnalati cani liberi e pericolosi senza controllo dei loro padroni. A farne le spese, un innocuo Pincher, minuscolo cagnolino che un’albergatrice di Jesolo aveva portato in spiaggia a fare una corsa e prendere un po’ d’aria.
La stessa donna è stata ferita a un braccio per una zampata di uno dei due cani di grossa taglia. Aveva cercato di allontanarli, invano. Il piccolo pincher è stato preso di mira dai due grossi e cani che correvano iberi senza alcun controllo. Lo hanno addentato ferendolo in più punti e riducendolo in fin di vita. La donna è accorsa per cercare di strapparlo ai denti dei due enormi cani. Non ci riusciva. Sono allora arrivati i rispettivi padroni che solo con difficoltà sono riusciti ad allentare la mandibola serrata, riuscendo a liberare il cagnolino, portato di corsa da un veterinario che lo ha salvato per miracolo, con decine e decine di punti di sutura. La sua proprietaria, che non lo ha lasciato un attimo, non sapeva neppure quanti punti, ancora sotto choc, confidandosi con amici e conoscenti.
Ha denunciato pubblicamente il fatto , protestando anche in rete per questi cani lasciati liberi. Quanto agli altri due animali, i padroni li hanno presi con sé e hanno ben pensato di allontanarsi nel parapiglia, senza dare più notizie.
Claudio Vianello, blogger jesolano, denuncia questi pericoli sulla spiaggia e anche lungo le strade ormai da anni. Da quando, lui che ama correre lungo la spiaggia, è stato rincorso da un cane che lo voleva aggredire. «In pineta come verso piazza Nember», dice Vianello, «la situazione d’inverno è insostenibile. È pieno di cani che, oltre a defecare sulla spiaggia, corrono senza museruola o guinzaglio. Questa volta è toccata a una donna e al suo cagnolino, vivi entrambi per miracolo, ma cosa accadrebbe a un bambino?».
(g.ca.)
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