Jesolo, nessuna offerta per Torre Aquileia

Situazione sempre difficile per gli appartamenti, i negozi e i garage in concordato preventivo. Il rischio è il fallimento. C’è chi ha proposto la trasformazione in B&B per rilanciare la struttura
COLUCCI FGAVAGNIN JESOLO TORRE AQUILEIA
COLUCCI FGAVAGNIN JESOLO TORRE AQUILEIA

JESOLO. Torre Aquileia, nessuna nuova asta all’orizzonte. E a Jesolo c’è anche la proposta di farla diventare una sorta di grande B&B per cercare di rilanciare la struttura. Dallo studio del commercialista Crisanti di Treviso ancora nessuna novità sui 43 appartamenti del concordato preventivo, la cui prima asta la scorsa estate era andata deserta.

Solo manifestazioni d’interesse allo studio del liquidatore giudiziale che sta seguendo il complesso concordato che comprende anche box auto di varie metrature, 14 garage, un magazzino e 5 negozi di diverse metrature del grattacielo. Prezzi sempre troppo alti, che adesso non si vuole abbattere ulteriormente. Si parla dai 350 mila euro in su per un appartamento nell’opera dell’architetto spagnolo Carlos Ferrater, rimasta un monumento che si erge alle spalle di piazza Mazzini.

I creditori sono però sul piede di guerra, in futuro potrebbero pretendere magari di avere gli appartamenti per poi arrangiarsi per la vendita.

Del complesso realizzato dalla Csi, compagnia sviluppo immobiliare della famiglia Boldrin, sei appartamenti risultavano occupati in forza di regolari contratti di locazione 4+4 con canoni annui da 5.000 a 12.000 euro, 16 appartamenti occupati in forza di regolari contratti di locazione turistica (settimanali o stagionali) terminati però a ottobre. Un negozio era occupato in forza di regolare contratto di locazione stagionale ma anche questo è terminato a ottobre. Prezzi a base d’asta sono tra i 350 mila e i 600 mila euro, poi un negozio per oltre un milione e mezzo.

Un concordato che comprendeva immobili anche a Peseggia, dove sono stati venduti alcuni garage, e Trieste, ma altre vendite sono segnalate nell’ambito dell’operazione porto turistico, poi molti garage nella zona piazza Milano. I prezzi non potranno essere abbassati eccessivamente, al massimo dei ritocchi con la seconda perizia. Allora altri creditori potrebbero portare avanti l’istanza di fallimento seguendo diverse procedure e speculazioni.

A Jesolo ormai si sono perse le speranze di rilancio attraverso un grattacielo che non è piaciuto e una nuova piazza collegata che ha sollevato polemiche per anni. «Potrebbe diventare un B&B», dice il consigliere comunale, ex presidente del comitato di piazza Mazzini, Giorgio Pomiato, «perché una destinazione turistica sarebbe la sola a poterla rilanciare visti i risultati. Noi ci crediamo, il resto lo faranno le procedure previste, il concordato, gli speculatori».

Lo sviluppo verticale della città inizialmente aveva creato grandi entusiasmi a Jesolo, con diversi imprenditori e anche politici pronti a sborsare cifre importanti, ma adesso rischia di diventare un boomerang per il turismo, visto anche il momento difficile per l’economia.

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