Jesolo, Lungomare per Mussolini ora insorgono i partigiani

Le 500 firme raccolte dai nostalgici del fascismo scatenano la polemica: «È un insulto alle vittime del regime»

JESOLO. Firme per il lungomare a Mussolini, insorgono Anpi e Pd. L’iniziativa del ristoratore e “camerata” storico di Jesolo, Ennio Capiotto, e dei suoi fedeli, titolare del ristorante Papillon-l’Onorevole, sta facendo discutere ora che ha superato le 500 firme. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Jesolo e di Cavallino Treporti, con il Comitato Provinciale, bollano l’iniziativa come “demenziale, provocatoria e antistorica, dannosa per l’immagine della città”. E anche molto pericolosa dal punto di vista culturale ed educativo, soprattutto dei più giovani.

«L’artefice della raccolta di firme dichiaratamente fascista», commentato Diego Collovini, Roberto Ambrosin e Margherita Brondini, «evidentemente non conosce o ignora volutamente, tutte le nefandezze commesse dall’uomo a lui tanto caro a cominciare dall’uso indiscriminato di gas letali sulle popolazioni inermi dei paesi africani occupati, dal delitto Matteotti, dall’adozione delle leggi razziali che hanno mandato a morte migliaia di cittadini italiani perché ebrei, dalla soppressione della democrazia nel nostro Paese, dalla guerra a fianco della Germania nazista, che tanti disastri ha provocato all’Italia».

Hanno dunque espresso forte indignazione e preoccupazione per le conseguenze invitando il sindaco Valerio Zoggia e la giunta a ignorare la richiesta e chiedono al prefetto di non concedere la prescritta autorizzazione nel caso gli fosse richiesta. Un invito alla ribellione rivolto anche a tutti i cittadini e le categorie.

Ha preso posizione poi il Pd di Jesolo, con Damiano Mengo e Federica Senno. «Un lungomare intitolato a Mussolini è un insulto alle vittime del regime», dicono, «agli oppositori politici eliminati fisicamente, agli italiani di religione ebraica deportati nei lager, ai civili inermi e indifesi vittime delle stragi da parte dell'alleato nazista. Il fascismo è una lunga pagina oscura e tragica di questo Paese e non possono bastare le bonifiche o le opere pubbliche realizzate durante il ventennio a farcelo dimenticare. Mussolini non è stato uno statista di straordinaria levatura, come qualcuno ha talvolta l’avventatezza di sostenere. Fu un dittatore scaltro e si dimostrò abile nel raccogliere consenso, imprimendo una svolta modernizzatrice nell’Italia degli anni ’30, ma si rivelò sciagurato e criminale quando fu messo di fronte a scelte come l’accettazione delle leggi razziali e l’ingresso in guerra dell’Italia al fianco del nazismo».

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