Jesolo, lezione di legalità della comunità islamica: "Senza autorizzazione, non preghiamo"

In 250 si sono ritrovati in via Aquileia per l'inaugurazione del centro, all'ultimo momento bloccato dal Comune. Dopo due ore di trattativa e tensione, la decisione di stile: "Noi rispettiamo le leggi italiane"
L'incontro dei musulmani davanti al centro di Preghiera, rimasto chiuso a Jesolo (foto Tommasella)
L'incontro dei musulmani davanti al centro di Preghiera, rimasto chiuso a Jesolo (foto Tommasella)

JESOLO. Si sono ritrovati in circa 250, venerdì mattina, in molti vestiti eleganti. Puntuali all'appuntamento per l'inaugurazione del nuovo Centro di preghiera, in via Aquileia, al quale - però - nelle ultime ore il  Comune ha contestato la mancanza dell’agibilità per l’immobile di 130 metri quadri preso in locazione dall’associazione islamica.

La piccola folla di fedeli ha discusso a lungo, non senza quale momento di tensione, dividendosi tra quanti volevano comunque pregare all'interno del Centro e quanti volevano evitare lo scontro con l'amministrazione. Alla fine ha prevaslo - unanime - la decisione "di voler dare una grande lezione di civiltà: non pregheremo in questo centro fino a quando non ci saranno le necessarie autorizzazioni", ha detto Kamal Hossein, portavoce della comunità.

Alla fine, gli islamici hanno anche deciso di non pregare per strada, come inizialmente "minacciato".

L'incontro dei musulmani davanti al centro di Preghiera, rimasto chiuso a Jesolo (foto Tommasella)
L'incontro dei musulmani davanti al centro di Preghiera, rimasto chiuso a Jesolo (foto Tommasella)

Si è invece presentato il segretario provinciale della Lega Nord, Alberto Schivuola, con una Tshirt provocatoria inneggiante alle ruspe.

«Prima pregavano nei garage», rileva Esposito, «e nessuno si lamentava minimamente. Adesso che si parla di vero luogo di preghiera e formale affitto, arrivano tutti questi problemi».

L’immobile di via Aquileia dove l’associazione culturale intende aprire la sede non dispone delle autorizzazioni necessarie per la sua attività e pertanto non potrà essere inaugurato, secondo una comunicazione ufficiale del Comune giunta giovedì. Lo ha precisato al sindaco il dirigente dell’ufficio dell’edilizia privata del Comune, in seguito alla richiesta di verifica richiesta dalla Polizia locale. La richiesta di cambio di destinazione d’uso dell’immobile da “attività commerciale” ad “attività scolastico-culturale”, in seguito a una sanatoria, non avrebbe mai ricevuto il rilascio della nuova agibilità e quindi non può, allo stato attuale, aprire. «Mi rincresce ma fino a quando non verrà richiesto e rilasciato un nuovo certificato di agibilità conforme alle modifiche e alla destinazione d’uso sanata con la pratica di condono edilizio», dice il sindaco, «i locali dell’immobile di via Aquileia individuato come propria sede dall’associazione culturale “Il Ritrovo” non potranno essere utilizzati. Non possiamo concedere permessi in una condizione di irregolarità edilizia. Quando la documentazione e l’agibilità dell’immobile saranno certificati, nessuno potrà vietare all’associazione di avviare la sua attività culturale».

I residenti iniziano a manifestare la loro forte tensione: «Non siamo d’accordo con questo centro di preghiera o culturale che sia, non è il posto adatto, nel cuore del Lido, a due passi dalla passeggiata. Arrivano decine di persone a pregare, lasciano le scarpe fuori. Non va per niente bene». Contrario anche il gruppo di Jesolo Bene Comune con Christofer De Zotti: «Non c’è reciprocità con questa religione, noi siamo sempre discriminati nei loro Paesi».

 

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