Jesolo, inizia la stagione e finisce la solidarietà. «Spostate i profughi dagli alberghi»

Il Comune scrive al prefetto per chiedere di trovare una soluzione per liberare le stanze
Carlo Mion
Quasi settanta ucraini sono ospitati negli hotel di Jesolo
Quasi settanta ucraini sono ospitati negli hotel di Jesolo

JESOLO. La lettera del Comune di Jesolo è arrivata in Prefettura nei giorni scorsi. Ci sono 66 profughi ucraini a cui trovare un posto entro la prima metà di maggio. Non sono nuovi arrivi, ma bensì persone ospiti in due alberghi del litorale da inizio guerra.

A queste vanno aggiunti un’altra decina di profughi che trovano ospitalità in appartamenti privati. E anche questi ucraini dovranno essere sistemati entro la prima metà di maggio. Devono essere spostati perché alberghi e appartamenti vanno liberati per essere pronti ad accogliere i turisti della prossima stagione estiva.

È la prima lettera del genere che in Prefettura si aspettano in quanto altri profughi sono ospitati in strutture alberghiere del litorale del Veneto Orientale. Una situazione che in Prefettura avevano ipotizzato fin da quando i profughi ucraini erano arrivati. Per ora non ci dovrebbero essere problemi a ricollocarli tra l’hub di Noale e altre strutture a disposizione e sparse sul territorio.

La presenza dei profughi nelle località turistiche e la compatibilità con la stagione estiva è questione assai spinosa. Già in altre situazione, negli anni scorsi, la presenza di migranti in strutture inserite in località balneari, aveva creato non pochi problemi e tensioni.

In alcuni casi per la cattiva gestione delle stesse ma spesso perché gli operatori non ritenevano la presenza dei profughi un bel biglietto da visita per le località turistiche.

Ritornando ai profughi ucraini, in queste ultime settimane si assiste a un loro ritorno verso casa. In diversi, dopo alcune settimane di permanenza nelle strutture veneziane, hanno iniziato il viaggio di ritorno verso il loro Paese. Se qualcuno è rientrato in Ucraina, altri preferiscono fermarsi in Polonia. Qui si sentono più vicini ai parenti che fin dall’inizio hanno preferito, o sono stati obbligati a rimanere a combattere.

Questo flusso all’incontrario sta, naturalmente, liberando posti per nuovi arrivi. Chi rimane sono soprattutto donne e bambini che qui hanno trovato la possibilità di andare a scuola. Quelli ospitati nei Cas collegati alla Prefettura sono 140. La gran parte in realtà sono ospiti in case di parenti e amici.

Gli ultimi dati certi dicono che sono 11.089 i profughi in fuga dall'Ucraina accolti in Veneto, registrati dalle prefetture e smistati sul territorio. Le tessere sanitarie Stp (Straniero temporaneamente presente) rilasciate sono 993 in provincia di Belluno, 1.149 nei Comuni del Padovano, 692 a Rovigo, 2.398 nell’area provinciale di Treviso, 2.490 in tutta la Città metropolitana di Venezia, 2.297 a Vicenza e 1.110 nel territorio di Verona.

Da tenere presente che i numeri delle tessere sanitarie riguardano anche ucraini che ora sono ritornati a casa o in Polonia. Questi ultimi con la speranza di tornare nelle proprie città al più presto e a guerra finita.

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