"Jesolo, in prima linea per chiedere flessibilità regolare"

L'albergatore veneziano Angelo Faloppa boccia la riforma del lavoro del governo
La spiaggia di Jesolo
La spiaggia di Jesolo

JESOLO. Albergatore da decenni, ex presidente dell’Aja, ora ai vertici di Confcommercio mandamentale nel litorale e Sandonatese, Angelo Faloppa ha origini opitergine ed è conosciuto per la sua concretezza.

Cosa ne pensa del decreto Di Maio sugli “a termine”?
«Per i contratti a termine, pensare di ridurne il ricorso è dannoso per la stagionalità in particolare per una realtà come quella di Jesolo e in genere per la costa veneziana. L’ipotesi del Governo sarebbe molto grave per gli operatori del turismo. E sulla questione si è espressa ufficialmente anche la Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi».

Perché «molto grave»?
«I contratti a termine costituiscono uno strumento vitale e necessario per tutto il comparto del fuoricasa, caratterizzato da stagionalità e picchi di lavoro difficili da prevedere. Ecco perché la questione è sul nostro tavolo e ne stiamo discutendo per far emergere tutta la nostra preoccupazione e il desiderio di poter intervenire perché il decreto sia modificato».

Cosa comporta la Riforma?
«Le misure ipotizzate dal decreto, come la reintroduzione della causale e maggiori costi a carico delle imprese, segnano un pericoloso ritorno al passato e rischiano di cancellare la flessibilità regolare a vantaggio delle formule contrattualipenalizzanti come le partite Iva».

Perché il turismo, la prima industria veneta, è sempre nell’occhio del ciclone?
«Confcommercio San Donà Jesolo, proprio la scorsa estate era intervenuta sul problema dei voucher, con una app che aiutava gli imprenditori a ridurre le tempistiche burocratiche, e ora è in prima linea anche sui contratti a termine. Per una economia turistica come quella di Jesolo e del litorale, il ricorso al lavoro a tempo determinato è essenziale. Ora, con il supporto del delegato comunale di Jesolo, Alberto Teso, Confcommercio San DonàJesolo avanzerà le sue osservazioni nelle sedi istituzionali opportune. Se si crede veramente nella forza del turismo, questo punto del cosiddetto “decreto dignità” deve essere rivisto. Faremo valere, anche da Jesolo, le ragioni degli imprenditori turistici».
 

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