Jesolo, i bimbi dell'asilo al lavoro per ripulire la spiaggia
Armati di retino e secchiello i piccoli hanno raccolto la plastica assieme agli insegnanti e agli uomini della Guardia costiera
JESOLO. Una mattinata speciale sulla spiaggia del Consorzio “Arenile dei Pioppi”, a pochi metri dalla centralissima Pizza Brescia del Lido di Jesolo. Una cinquantina di bambini (perlopiù provenienti dalla scuola per l’infanzia "Camerotto" di Santa Lucia di Piave, TV) hanno preso parte ad una iniziativa ecologica a loro interamente dedicata.
Armati di paletta, retino e secchiello (tutti in plastica riciclata), i più piccoli hanno partecipato ad un evento che si è posto un obiettivo semplice ma molto ambizioso: ripulire la spiaggia dalla plastica e innescare un assetto di comportamenti necessari e consapevoli, soprattutto nei più giovani.
Tenuto conto della finalità dell’iniziativa, il Consorzio “Arenile dei Pioppi” – ideatore e promotore dell’evento – è stato autorizzato all’utilizzo del logo Guardia Costiera su delle t-shirt, che sono state regalate ai bimbi partecipanti in ricordo di una splendida mattina sulla spiaggia di Jesolo.
E sulle t-shirt non mancava l’hashtag #PlasticFreeGC. Perché, prima di iniziare a “raccogliere giocando”, seduti tutti in cerchio con i piedi nella sabbia, è stato organizzato un momento di “riflessione comune”: il nostro ambiente ha bisogno di un aiuto da parte di tutti.
In particolare da parte di piccoli consapevoli. Perché è a loro che andrà in eredità l’ambiente in cui viviamo.
«La conoscenza alimenta la consapevolezza – dice il comandante della guardia costiera di jesolo, tenente di vascello Francesco Sangermano – e la consapevolezza rafforza la personalità. A caduta, la responsabilità sociale si fortifica e la comunità cresce nel bene. Le nostre spiagge sono fortunatamente molto pulite: una tangibile dimostrazione di quanto efficienti siano i servizi, a Jesolo. Trascorrere del tempo con i bambini, provando a guardare il mondo attraverso i loro occhi, spiegandogli quanto serio sia l’inquinamento prodotto dalle microplastiche in mare deve farci credere che, insieme, possiamo dare il nostro contributo. Mi piace pensare che quello di oggi sia il più piccolo anello di una catena virale, che, son sicuro, porterà al bene della comunità. Non posso che augurarmi che l’educare giocando possa divenire un esempio».
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