Iva sui rifiuti, si avvicina il rimborso
La Corte di Cassazione a sezioni unite si è pronunciata sull’annosa vicenda del rimborso dell’Iva applicata alla Tia (la Tariffa di igiene ambientale, ora sostituita dalla Tari). La decisione non è ancora stata resa nota, ma anche sulla base dei precedenti pronunciamenti della Suprema Corte, dovrebbe confermare l’illegittimità del prelievo, che andrebbe restituito ai cittadini. Sono tra i 7 e gli 8 milioni di euro di Iva non dovuta sulla Tia - la “vecchia” tassa dei rifiuti - che Veritas dovrebbe restituire in questo caso ai cittadini, chiedendo allo Stato la restituzione dell'importo stabilito dalla Cassazione, dal momento che l'Iva è stata incassata per conto dello Stato e che Veritas non ha e non ha mai avuto la disponibilità di queste somme, che sono state girate all’Erario.
«Un recente calcolo», fa presente un comunicato di Veritas, «sostiene che il Fisco dovrà rimborsare circa un miliardo di euro a milioni di famiglie che hanno pagato l’Iva a partire dal 1999, anno di istituzione della Tia. Le attività economiche hanno potuto invece detrarla, quindi si suppone che siano escluse dalla restituzione. Si tratta di importi che, presi singolarmente, risultano modesti ma che, messi insieme, concorrono a formare il miliardo che lo Stato si troverà probabilmente a dover sborsare. È infatti al Fisco che questi importi sono stati versati da chi ha correttamente pagato il servizio di igiene urbana attraverso la Tia. Nulla invece sarà dovuto agli utenti dei Comuni che avevano deciso di mantenere la Tarsu».
E riguardo alle modalità dell’eventuale rimborso, l’azienda precisa: «Veritas, come più volte dichiarato e concordato anche con le Associazioni di consumatori, ritiene dunque che il rimborso agli utenti domestici dell’Iva eventualmente versata debba essere effettuato non appena l’Erario darà indicazioni dettagliate. Ad esempio, se l’Agenzia delle Entrate lo approva, l’eventuale rimborso delle somme dovute ai cittadini potrà aver luogo accreditando l’importo nelle bollette a venire».
In questi ultimi anni si era scatenato anche un contenzioso con numerosi contribuenti e con le associazioni dei consumatori, perché l’Agenzia delle Entrate continuava a dichiarare legittimo il pagamento dell’Iva sull’imposta dei rifiuti, chiedendo dunque alle aziende come Veritas di inserirlo in bolletta e ai cittadini di continuare a pagarla. La sentenza della Cassazione - di cui si attendono di conoscere i dettagli - dovrebbe mettere le cose definitivamente a posto e avviare pertanto anche nell’area veneziana la procedura per i rimborsi, da prevedere nelle future bollette.(e.t.)
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