Iuav, monta la rabbia di studenti e docenti

Ennesimo rinvio per motivi di salute della riunione del Senato accademico. «Urgente affrontare questioni scottanti»
Di Vera Mantengoli

Studenti, ricercatori e docenti sono sempre più preoccupati delle sorti dell’Università di Architettura (Iuav), ma il rettore Amerigo Restucci tranquillizza l’ateneo sostenendo che «la situazione è sotto controllo».

Per la seconda volta nel giro di due settimane il Senato Accademico, previsto ieri mattina nella sede dei Tolentini, è saltato poco prima di cominciare. Il 18 marzo non si era potuto tenere per motivi di salute della direttrice generale Anna Maria Cremonese. Questa volta è stata invece un’alta febbre a impedire al rettore Amerigo Restucci di uscire di casa, così tutto posticipato al 13 aprile, mentre il Consiglio di amministrazione è convocato il 15.

Sconcertati dal rinvio, gli studenti del «Movimento Iuav», nato per contrastare la chiusura di alcuni corsi, chiedono che per quest’anno il rettore non metta più mano nelle questioni del bilancio dell’Università e lasci la gestione a chi sarà eletto tra futuri candidati, i quali presenteranno il loro programma a maggio.

«Ieri (lunedì, ndr) era qui. Date le dubbie cause di cancellazione degli incontri», hanno scritto gli studenti in un comunicato dopo essersi radunati in mattinata nel chiostro, «e, in una circostanza grave e delicata come questa che stiamo vivendo, è inammissibile un altro ritardo. Accusiamo una gravissima mancanza di responsabilità e serietà da parte di chi si deve occupare dell’andamento e delle sorti dell’Università che continua a dilatare i tempi andando incontro a scadenze imminenti».

L’ordine del giorno prevedeva che si parlasse del piano didattico formativo del prossimo anno, tagliato in seguito al buco di bilancio da sanare (4,5 milioni di deficit nel 2015; 5 milioni nel 2016 e 5,5 milioni nel 2017). Il rettore avrebbe dovuto chiarire una volta per tutte quali corsi sarebbero stati chiusi e quali confermati dato che allo stato attuale ne sarebbero interrotti una decina. Circa tre settimane fa Restucci era andato a Roma al Ministero per capire quale somma avrebbe ricevuto l’ateneo. Il rettore si è sempre riservato di dare il resoconto ufficiale solo in sede di Senato, l’ulteriore posticipazione ha inasprito gli umori. Per richiedere i finanziamenti bisogna compilare le apposite schede e la scadenza è il 3 maggio. Inoltre, il 9 maggio c’è l’appuntamento «Porte Aperte» per l’orientamento universitario, ma fino a quando non si ha la certezza di quali corsi partiranno, si rischia di non poterli promuovere e di subire un calo di iscrizioni.

Per i docenti, questa situazione è causata dall’assenza di un vice rettore, «incomprensibilmente» mai nominato dopo che Donatella Calabi è andata in pensione. «Capita che qualcuno stia male», afferma il direttore del Dippac Marcello Balbo, «ma ci crea qualche difficoltà perché manca un vice rettore e c’è urgenza di prendere decisioni. Come direttore di Teatro sono fiducioso che Restucci ci dirà che questo corso sarà riconfermato, ma attendiamo la comunicazione».

«Manca un pro rettore», aggiunge Carlo Magnani, direttore di Cultura del Progetto, «ed è una situazione anomala perché rischiamo di dover fare tutto in fretta». Preoccupati anche i ricercatori: «Non ci voleva questo rinvio», sostiene Francesca Sciarretta, rappresentante in Senato dei 24 ricercatori, «perché ci sono questioni scottanti da affrontare e anche nelle scorse sedute è apparsa in tutta la sua gravità la mancanza di fondi. Non ci sono soldi per noi ricercatori, ma nemmeno per l’avanzamento di carriera». Per il rettore sono preoccupazioni infondate.

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