Isola Verde, ripascimento e interventi strutturali
ISOLA VERDE. Ripascimento urgente dopo il 25 aprile e interventi strutturali di difesa della costa a stagione conclusa. Gli operatori dell’Ascot hanno strappato due promesse all’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin che hanno incontrato martedì per dibattere dello stato disastroso in cui versa l’arenile di Isola Verde. Un problema evidentemente turistico e imprenditoriale, perché alcuni stabilimenti hanno perso metà spiaggia con le ultime mareggiate di metà marzo, ma prima di tutto un problema ambientale, di difesa della costa. Per far capire l’entità dell’erosione gli operatori hanno mostrato all’assessore le foto di oggi e le foto di 30 anni fa.
Oggi l’acqua arriva all’altezza delle dune e in alcuni casi ha superato le barriere arrivando ai ristoranti rimasti a strapiombo perché la pavimentazione è stata trascinata via dalle onde. L’assessore ha ricordato che esiste uno studio realizzato dall’università di Padova che evidenzia come le opere di difesa definitiva di tutta la costa veneziana richiedano almeno 50 milioni di euro, comunque non sufficienti per evitare di intervenire con ripascimenti meccanici che costeranno 10 milioni l’anno.
«Chiaro che sono cifre importanti e proibitive», spiega il presidente dell’Ascot, Giorgio Bellemo, «ciononostante l’assessore ci ha dato anche buone notizie. Dopo il ponte del 25 aprile partirà il ripascimento di Isola Verde e nel frattempo si affiderà l’appalto per avviare il cantiere delle opere definitive. Avvicinandosi l’apertura di stagione i lavori partiranno a fine estate e daranno garanzie per la stagione 2019». L’assessore ha ricordato anche l’importanza che si proceda con il protocollo d’intesa che mette insieme Regione, Comune e consorzi delle spiagge per procedere con ripascimenti veloci e distribuiti nelle spese in quota parte, come ha già fatto Caorle. Il documento è praticamente pronto e a giorni l’amministrazione lo invierà in Regione per l’approvazione in giunta. «Bottacin ha messo il dito anche su un altro tema scottante», spiega Bellemo, «quello dei canoni demaniali.
Se i proventi rimanessero alla Regione la disponibilità per procedere con opere di difesa strutturale e con ripascimenti continui sarebbe ben diversa». L’incontro richiesto da Ascot con l’assessore era focalizzato su Isola Verde, e su una parte di Rosolina a nord che condivide le stesse problematiche, ma a margine si è parlato anche dei “limiti” che ha dimostrato la diga soffolta nella zona sud di Sottomarina. «In occasione del collaudo», spiega Bellemo, «che sancirà anche il passaggio dell’opera dal Provveditorato alle opere pubbliche del Triveneto alla Regione si faranno delle verifiche sul funzionamento per capire come mai non garantisca la piena difesa del tratto di litorale che copre e crei problemi alla zona immediatamente a nord».
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