Isola delle Grazie, il Tar annulla la cessione a Stefanel: l'Usl deve rifare l'asta
VENEZIA. Il Tribunale amministrativo regionale ha deciso: l’Usl dovrà rimettere in vendita l’ isola delle Grazie. E lo dovrà fare con un’asta pubblica. È stato, infatti, annullato come illegittimo, l’accordo transattivo con il quale l’azienda ha ceduto nel 2016 l’isola alla Giesse Investiment di Giovanna Stefanel, che delle Grazie voleva fare un resort di lusso.
Così hanno decretato i giudici, accogliendo in via parziale, ma sostanziale, il ricorso presentato dalla Sap Project di Marino Congedo, che da sempre contesta l’assegnazione alla Giesse.
Riassunto delle puntate precedenti, o ci si perde. Nel 2001, l’Usl mette in vendita alcuni suoi beni, ex ospedale per infettivi compreso: ne nasce subito un dibattito acceso, con l’allora sindaco Massimo Cacciari, che contesta all’amministratore Antonio Padoan la proprietà comunale delle Grazie. Perdendo.
Tant’è, nel 2006 l’azienda sanitaria bandisce l’asta pubblica, aggiudicandola per 8,621 milioni alla Giesse Investimenti. Al secondo posto arriva la Spa, con 8,25 milioni di offerta. Vendita fatta? No, perché si fa all’improvviso avanti una terza società, con una proposta ben più vantaggiosa: 10,5 milioni di euro. L’Asl non vuol rischiare di perdere milioni preziosi - si diceva destinati al nuovo ospedale civile - così nell’aprile del 2007 annulla asta e aggiudicazione. Naturalmente Giesse non sta ferma e ricorre al Tribunale. Così l’azienda sanitaria pensa di evitare cause e sanare le casse raggiungendo un accordo con il gruppo Stefanel, che accetta di pagare la stessa cifra: 10,550 milioni.
Finita? No, perché a sorpresa la Giesse non si presenta all’appuntamento con il notaio per la stipula del contratto, contestando le disposizioni impartite dalla soprintendenza, che - dice - ridurrebbero il valore dell’isola. Sap Project si fa subito avanti, di dice pronta a subentrare allo stesso prezzo e così l’Asl le aggiudica le Grazie. È il 2014. Subito dopo, però, ci ripensa e azzera nuovamente tutto. Accade, infatti, che la Giesse sia ricorsa al Tribunale civile e così l’Asl - nel 2016 diretta da Giuseppe Dal Ben - per evitare ulteriori contenziosi decida di andare ad una transazione: 11,2 milioni di euro, dai quali detrarre le spese di bonifica una volta definite. Ma la Sap non si tira indietro e ricorre al Tar, che ora le dà ragione.
Per i giudici, infatti, bene aveva fatto l’Asl ad annullare la precedente asta a fronte di un’offerta maggiore, ma - chiariscono - l’accordo transattivo con la Giesse che ne è seguito «si è sostanziato in un vero e proprio affidamento diretto dell’immobile, senza asta pubblica, in contrasto con le regole di contabilità pubblica e in violazione dei principi di concorrenza», mentre «i principi che impongono alle amministrazioni di operare con modalità che preservino la pubblicità degli affidamenti e l’uso di procedure competitive selettive». Conclusione: transazione tra Usl e Giesse annullata «ai fini della ripetizione della gara». L’isola delle Grazie deve tornare all’asta. —
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