Isabella, una maxi vincita data in gestione a Freddy

Un conoscente della Noventa dice che il fatto gli è stato raccontato dalla donna Adesso è pronto a testimoniare. Potrebbe essere il tesoretto trovato da Debora
Di Cristina Genesin

PADOVA. Una fortunatissima vincita al gioco. E una pioggia di soldi forse vissuti come la garanzia per il futuro. Soldi che Isabella Noventa avrebbe affidato al fidanzato Freddy Sorgato per farli fruttare, gestirli e nasconderli a tutti. Potrebbero essere parte di quella vincita i 124 mila euro in contanti nascosti da Debora Sorgato nell’appartamento dell’ex compagno, il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Verde. Sempreché sia una storia vera.

Una storia che - se accertata - potrebbe anche diventare il movente di un delitto: a raccontarla è un conoscente di Isabella che ha fatto sapere agli inquirenti di essere pronto per mettere tutto a verbale. Sarebbe stata l’impiegata di Albignasego, uccisa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio scorso, a confidarsi con lui. E a parlare di quel tesoretto che voleva tenere tutto per sé, non raccontando nulla a nessuno, nemmeno ai familiari: l’avrebbe affidato a Freddy, il ballerino-camionista-fidanzato. E il motivo è che l’uomo aveva saputo mettere a reddito – e bene – i propri guadagni. È possibile, allora, che parte di quella vincita siano proprio i 124 mila euro suddivisi in mazzette, sistemati in uno scatolone finito in un armadio nell’appartamento del sottufficiale dove Debora aveva degli spazi da utilizzare liberamente? Un appartamento situato in una palazzina nella frazione di Camin, in via Vigonovese, 200, affacciato sul pianerottolo dell’alloggio nel quale viveva Debora. L’uomo potrebbe essere sentito in questura nei prossimi giorni: tramite un legale, l’interessato ha ribadito agli investigatori la sua piena disponibilità.

Intanto entro dicembre il pubblico ministero Giorgio Falcone si prepara a chiudere l’indagine, atto preliminare alla richiesta di rinvio a giudizio a carico dei fratelli Sorgato e della tabaccaia veneziana Manuela Cacco di Camponogara, accusati di concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, occultamento di cadavere e stalking (solo per la Cacco).

Il prossimo 16 febbraio, infatti, scadono le misure cautelari nei confronti dei tre, tutti in carcere, salvo che si arrivi velocemente all’udienza preliminare davanti al gup chiamato a pronunciarsi sull’eventuale rinvio a giudizio del terzetto. Quasi certa la rinuncia al rito alternativo (il giudizio abbreviato) da parte della difesa di Freddy (i penalisti Massimo Malipiero e Giuseppe Pavan) e della difesa di Debora (il penalista Carlo Augenti con l’avvocato Roberto Morachiello): sembrano orientati ad affrontare il processo in Corte d’assise.

Diversa la strategia del difensore di Manuela Cacco (l’avvocato Alessandro Menegazzo) che non pare aver esclusa l’ipotesi di un giudizio abbreviato, rito che prevede lo sconto di un terzo della pena per legge.

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