«Isabella non è stata uccisa in casa»
PADOVA. In ogni storia che finisce tra i faldoni di un’indagine giudiziaria, c’è sempre una verità storica e una verità processuale a volte diverse . Ma tra quelle due verità, spesso, si nasconde qualche certezza. Così è per l’assassinio di Isabella Noventa, almeno secondo il pubblico ministero padovano Giorgio Falcone: l’impiegata di Albignasego è stata uccisa dal diabolico terzetto formato dai fratelli Sorgato e dall’amica Manuela Cacco. Con premeditazione. Freddy e la sorella Debora lo avrebbero ammesso in distinti colloqui avvenuti in carcere (il primo con un’ex fidanzata e la madre, la seconda con la madre) intercettati a loro insaputa e pure filmati. Colloqui in cui viene confessato il delitto e rivelata la soppressione del cadavere ovvero la cancellazione di ogni traccia del povero corpo perché – è ovvio – l’eventuale recupero avrebbe potuto svelare le sequenze di quel crimine. Ecco la novità raccontata ieri in aula dal pm Falcone nella requisitoria di cinque ore pronunciata nell’ambito di un giudizio abbreviato, rito alternativo che deciderà la sorte dei tre imputati, il camionista-ballerino Freddy Sorgato, 47 anni; la sorella Debora, 45, considerata la dark lady esecutrice materiale dell’omicidio, e la tabaccaia veneziana di Camponogara Manuela Cacco, 54, amante dell’uno e amica dell’altra, ma rivale in amore della vittima. Una requisitoria solo parziale, appena un terzo dell’articolato capo d’accusa che, forse, si concluderà nell’udienza fissata per domani davanti al gup Tecla Cesaro.
Inchiodati. È l’estate scorsa. R.A. va nel carcere Due Palazzi di Padova per far visita all’ex fidanzato Freddy. Parlano della villetta dell’uomo a Noventa, in via Sabbioni, il presunto luogo del delitto secondo le rivelazioni della Cacco. Lui dice che vuole sbarazzarsene, altrimenti l’immobile rischia di finire nelle mani delle parti civili (la famiglia di Isabella). Lei replica in dialetto: «Chi vuto che se a compra...» pensando che sarà difficile piazzare sul mercato una casa dove è stato commesso un omicidio. E lui: «Non è mica stata uccisa qua... Il cadavere? Non lo troveranno mai». Di più. S.B., un ex compagno di cella al Due Palazzi, racconta che Freddy si vantava di aver gettato il corpo di Isabella in un cassonetto: sarebbe poi stato incenerito. Con la madre Dolores Rossi, Freddy aveva tagliato corto: «Isabella? L’ho buttata in acqua, così non la troveranno mai». E sempre alla madre pure Debora aveva fatto una confidenza il 22 luglio sulla fine di quel corpo: a una precisa domanda, la replica con il gesto della mano per indicare un luogo lontano.
La ricostruzione. Il pm ha ricostruito il giorno precedente il delitto e la maledetta notte della tragedia. 15 gennaio 2016: nel pomeriggio i tabulati confermano una serie di prove telefoniche tra Freddy, che usa un cellulare con la scheda sim intestata al padre della Cacco, e la sorella; mentre alla sera anche il gps dell’Audi A6 dell’uomo dimostra che Freddy sosta a casa di Debora prima di raggiungere l’abitazione di Isabella. Segue la cena nella pizzeria Est Est Est a Lion di Albignasego. Il rientro a Noventa alle 23.12.31 minuti: il delitto sarebbe avvenuto entro al massimo 45 minuti. Con quali modalità? Il pm avvalora la versione della Cacco: è Debora che, nella cucina della villetta, massacra a colpi di mazzetta Isabella e le infila un sacchetto in testa per evitare perdite di sangue. Il corpo è caricato nella sua Golf: tra le 00.22 e 00.45 il viaggio in auto dei due fratelli è filmato dalle telecamere della zona, mentre Manuela Cacco, a bordo della sua Polo, girovaga (pure lei filmata) in attesa dei complici. Infine la sfilata della Cacco che, indossando il piumino bianco della rivale morta, passeggia per le strade del centro di Padova ben visibile alle telecamere. Ma filmate sono pure l’Audi di Freddy e ancora la Golf di Debora che si dirigono nel capoluogo per quell’inutile messinscena.
Altro inedito. Debora aveva raccontato: «Stavo dormendo quando Isabella è morta». A smentirla l’incrocio dei dati investigativi: una telecamera ha ripreso la Golf di Debora con due sagome a bordo nei 23 minuti in cui i fratelli si sarebbero allontanati per sbarazzarsi del cadavere. In quei minuti i tabulati telefonici rivelano un contatto tra il cellulare di Debora e quello della Cacco. L’ennesimo “particolare” che inchioda il terzetto. Domani si continua con movente e depistaggi.
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