Irma, la gitana dell’arte ha trovato casa
ASOLO. Irma: frizzante, solare, esoterica. La sua casa ad Asolo è un atelier aperto, in ogni stanza installazioni e arte. Sorta di pifferaia magica, attira a sé le persone con una semplicità data dalla trasparenza d’animo. Le sue opere sono da vedere, sentire, toccare, visto che spesso producono suoni o profumano.
Il suo giardino è spazio al di là del tempo, ritrovo per riscoprire nella natura la forza della creatività.
Fuori dal sistema dell’arte stabilito, Irma Paulon è gitana nelle vesti e nell’essenza. Si sposta di luogo in luogo a seconda delle emozioni che sente vibrare nell’aria. Trascorre una vita come tante, si sposa giovane - oggi ha una figlia più che ventenne – aiuta il marito nel lavoro, poi come autodidatta si avvicina all’arte per istinto: «Sono una ribelle, dopo le medie non ho continuato gli studi, anche se sono sempre stata creativa e sofferente d’animo. Mi sono avvicinata alla pittura nel 2002 con “Fuochi d’artificio” e “La strada”. Ho scelto colori e tele grandi, dipinte su tavola perché l’uso del cavalletto mi dava l’idea di non entrare in profondità. Dopo aver dipinto, mi sono sentita leggera, ma sono ripiombata nella sofferenza, fino a maggio 2004, quando mi sono avvicinata alle discipline orientali. Quando è finito il mio matrimonio, è cambiato il mio modo di creare: meno sicurezze, più bisogno del materico. In quel periodo ho iniziato a lavorare la resina e ad amare le sua trasparenza. Ho imparato a usare il trapano, a lavorare il plexiglass e le resine in un’azienda di Rovigo, Marcello Pubblicità, dove realizzano insegne. Li ringrazierò per tutta la vita perché mi hanno insegnato tanto, e con loro mi sono divertita per due anni».
Attraversa fabbriche e campi, Irma, onorando la tradizione contadina e la vocazione industriale di questa terra. Va nei capannoni del Nordest ad attingere dagli operai la capacità di plasmare materiali come resine, pigmenti, plexiglass, metallo. E alla materia dominata cerca poi di infondere la sua intima essenza. Liberatasi dalle gabbie mentali del passato fa poi un ulteriore cambiamento.
Rovigo inizia a starle stretta: «Nel giugno 2010 sono stata chiamata per il Festival Fuori di Asolo ad allestire il parco Malipiero. Sono rimasta stregata dalla poesia di questo luogo. Ho cercato e trovato subito casa, in tre giorni. Ad Asolo la mia anima si è sentita finalmente in pace».
Qui Irma ha crea un turbinio di eventi sotto il nome di “Endless”. Un network che lega artisti e imprenditori, per creare un circuito virtuoso fra business e arte. Erge a simboli gli elementi-base delle sue creazioni e bijoux: il cuore, la rosa. A maggio “Endless” è evento collaterale alla Biennale d’Arte di Asolo, un weekend in cui, in cinque luoghi del borgo, si presentano una serie di realtà culturali-imprenditoriali, insieme a Irma, una stilista veneziana, una truccatrice di fama internazionale friulana, una creatrice di cioccolateria-fashion trapiantata a Londra, un artista che coltiva rose antiche, scrittori.
Per il prossimo Carnevale, tre mostre in programma: la vita e l’arte di Irma corrono, si sommano, si esaltano ed esaltano l’osservatore.
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