«Io prigioniero a Santo Domingo»

Passaporto ritenuto falso dalla polizia, un 34enne di Caorle trattenuto tre giorni nell’isola

CAORLE. Tenuto “prigioniero”, a Santo Domingo, senza un motivo. Ora che è rientrato in Italia lo può raccontare: la disavventura ha avuto il lieto fine. Sono stati giorni di grande angoscia per il 34enne Fabio Zecchin, residente a Caorle, e per i suoi genitori. In attesa di imbarcarsi per il ritorno in patria è stato bloccato e trattenuto nell’isola per tre giorni perché una zelante agente della Polizia di frontiera di quel paese riteneva, erroneamente, che il suo passaporto fosse falso.

Fabio Zecchin è stato “liberato” grazie alla professionalità degli agenti della Polizia del commissariato di Portogruaro, e alla caparbietà del suo agente di viaggio, Marco Dotta, titolare della Dotta Viaggi di Portogruaro. Marco e il fratello Toni Dotta hanno lavorato instancabilmente con la diplomazia italiana a Santo Domingo e con gli agenti portogruaresi, finchè Fabio, domenica, non è rientrato a Milano Malpensa. L’incubo ora è finito ed è lui stesso a raccontarlo.

«Il viaggio era andato benissimo – ha raccontato Fabio Zecchin – il pacchetto turistico comprendeva una vacanza a Miami, in Florida, e poi uno scalo a Santo Domingo. Io e il mio amico ci stavamo imbarcando per prendere un volo per Miami e poi da lì partire alla volta di Milano. Mentre l’amico saliva sull’aereo, una poliziotta mi ha chiesto di controllare il passaporto. Lo ha trattenuto e nel frattempo mi hanno accompagnato negli uffici della polizia. Non sapevo costa stava accadendo».

Il passaporto è stato inserito in una busta sigillata, e Fabio Zecchin ha trascorso la notte in un altro ufficio di polizia, in una stanza con il letto a castello senza materasso e senza lenzuolo. Il giorno dopo lo hanno svegliato alle 7.30. «Il mio amico – continua Fabio Zecchin - aveva dato l’allarme, sul cellulare ricevevo i messaggi preoccupatissimi dei miei e anche dell’agente di viaggio, che mi informava di aver coinvolto prima la Farnesina e poi l’ambasciata italiana a Santo Domingo. Mi prendono, mi portano in ambasciata. E qui consegnano il passaporto. Non c’era alcuna anomalia. Potevo andare. Ora si trattava di rientrare in Italia con un altro volo». Oltre al danno c’è pure la beffa. Assieme al tour operator sull’isola, che nel frattempo lo aveva raggiunto, Fabio Zecchin, costretto a pagarsi due notti in albergo cenando due giorni dopo essere stato a digiuno, entra in un’agenzia di viaggio per prenotare i voli per Miami e Milano spiegando la situazione. Ma questi non vogliono sentire ragioni e chiedono 1300 euro, soldi che Fabio certo non può procurarsi. «Me la cavo con un charter a 400 euro e quindi – conclude Fabio Zecchin – mi imbarco per l’Italia. Finalmente salgo sull’aereo e rientro». Marco Dotta ringrazia le forze dell’ordine. “La polizia di Portogruaro è stata encomiabile – ha detto – senza di loro non so come avrei fatto a far rientrare a casa il mio cliente».

Rosario Padovano

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