«Io e la mia bicicletta alla scoperta del Nepal»

MESTRE. Una passione per i viaggi, vissuti su due ruote. Senza frenesia, a colpi di pedale. Un mondo parallelo, quello di Angelo Sentieri, 56 anni, professore di educazione fisica al liceo Morin di Mestre, storico presidente della Polisportiva Bissuola, che da anni dedica le sue vacanze a viaggi in bicicletta a ogni latitudine, come Patagonia, Tasmania e Alaska, tanto per rimanere vicini nel tempo. Da ultimo il Nepal, da dove Angelo Sentieri ha portato foto ed emozioni che ha trasmesso l’altra sera alla platea del Panathlon di Mestre.
«Con il Nepal ho chiuso un ciclo di avventure ai quattro angoli del mondo. Mille chilometri percorsi in Nepal, ma un dislivello di 15.000 metri. In Nepal l’unico rettilineo è la pista dell’aeroporto di Kathmandu» racconta riandando indietro nel tempo, «di questo viaggio ricordo soprattutto la grande spiritualità che si avverte, la tolleranza tra diverse religioni, il senso di solidarietà che c’è. Vivono di cose semplici, ma nessuno rimane senza niente. E poi il sorriso che tutti ti regalano, l’ospitalità che non manca mai, infine i bambini, sempre attorno, chiassosi, mai per chiedere l’elemosina. Non esiste l’ossessione di inseguire un obiettivo dopo l’altro».
Angelo Sentieri ha effettuato il viaggio in Nepal dal 23 dicembre al 15 gennaio . «Ho vissuto per tre settimane all’interno di un presepio vivente» ricorda, «genuino e vero, che mi ha dato molto di più di quanto mi aspettassi». Una vita in bicicletta. «Colpa della mia curiosità, ho voglia di scoprire il mondo. Dentro di me c’è sempre il desiderio di andare a vedere cosa c’è dietro la curva. Il modo migliore di farlo sono lo sport e l’educazione, che fanno parte integrante del mio mondo. Perché in bicicletta? E’ il mezzo più bello che esista: silenzioso, ecologico, non troppo veloce, aperto, condotto dalle proprie gambe». Detta così, sembra semplice. Angelo Sentieri ha sposato il “progetto Ishalaya”, promosso dal ciclo-nauta fiorentino Marco Banchelli, che ha raccolto e investito 10 mila euro, soprattutto per la realizzazione della piastra polisportiva di Godawari. Sentieri continua a trasmettere le sensazioni e le emozioni vissute durante il suo viaggio in Asia. «Paura? Mai. C’è sempre qualcuno disposto ad aiutarti, se ti trovi in difficoltà. Un solo episodio un po’ singolare, ma solo a causa del mio inglese da rivedere, l’ho vissuto una sera quando cercavo un rifugio per la notte, non potendo utilizzare la tenda. Avevo capito che c’era un albergo “temporaneo”, quando sono arrivato mi sono reso conto, dal via vai di gente, che si trattava di un albergo a ore. Mi sono barricato in camera fino al mattino, qualcuno ha anche provato a entrare, inutilmente. Per il resto, è stato un viaggio tranquillo».
Un ricordo in particolare. «Godawari è stato il punto d’arrivo del mio viaggio, scorrono le immagini della casa- alloggio con i bambini malati di Aids e le ragazze-madri che ci vivono e lavorano producendo shari. Lì abbiamo realizzato un campo polisportivo, perché cerco di abbinare anche la solidarietà ai miei viaggi. Due suore si dedicano giorno e notte a 25 bambini e 20 mamme. Qualcosa è stato fatto per questa comunità, ma sono ritornato in Italia con la volontà di trovare altre risorse da inviare. In quei paesi basta poco per realizzare progetti semplici, ma utilissimi».
Il prossimo viaggio è già in fase di allestimento. «Non voglio svelare la destinazione, ma solo per scaramanzia, la mia bici però percorrerà strade africane».
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