«Io, colpito dal lacrimogeno»

Scontri in Val di Susa, lo studente ferito: «È stato terribile»
Sopra Jacopo Povelato, sotto Gianluca Ferrari
Sopra Jacopo Povelato, sotto Gianluca Ferrari

 MESTRE. Jacopo Povelato è ancora ricoverato all'ospedale di Susa, mentre Gianluca Ferrari è in carcere alle Vallette di Torino in attesa del processo per direttissima. E monta la polemica tra chi in Val di Susa dice di aver subito la violenza delle forze dell'ordine e coloro, la gran parte dei leader politici e pure il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, si schierano apertamente con le forze dell'ordine in servizio domenica.

 «Almeno ora posso parlare - afferma Jacopo Povelato, raggiunto al telefono - ieri (domenica) non ce la facevo proprio, mi mancava il respiro e avevo un forte dolore». Diciannovenne, uno dei portavoce del Movimento degli studenti medi di Mestre, Povelato è ancora ricoverato all'ospedale di Susa. I medici devono decidere se intervenire chirurgicamente per aspirare i due ematomi che ha in corrispondenza del rene destro e del fegato. «Per il momento non mi hanno ancora detto la prognosi. Devono fare altri accertamenti», racconta al telefono Jacopo.

«Comunque sento ancora male anche perchè ho una costola rotta. Oggi (ieri per chi legge, ndr) mi fa meno male respirare. Ma quando sono stato colpito mi sembrava di non riuscirci più. Eravamo appena arrivati sotto alla rete quando la polizia è uscita per caricare. Ho visto un poliziotto che mi puntava contro il lancia lacrimogeni e poi ho sentito un gran dolore al gianco destro. Sono caduto a terra. A me è sembrato di aver perso i sensi. Ho un vuoto di memoria di almeno cinque minuti. Chi mi ha soccorso e mi ha portato alla baita "No Tav", dice che non ho mai perso coscienza. Lì ho atteso almeno un'ora l'ambulanza. Gli stessi infermieri della Croce Rossa si sono lamentati perché le ambulanze impiegavano troppo per arrivare a soccorrere i feriti e perchè la polizia li fermava per controllare chi avevano a bordo delle ambulanze», continua Jacopo che a Susa è da solo.

In ospedale con lui c'è un'altra ragazza dei «No Tav», ferita alla testa. I feriti più gravi, tra cui un ragazzo di Bologna con un braccio rotto e una profonda ferita alla testa, sono stati portati in ospedale a Torino.  «Con me sono molto carine delle signopre anziane che ogni tanto arrivano a chiedermi se ho bisogno di nulla. Sono donne che vivono in valle. Tornando a quei momenti non ho ricordi di così tanta violenza, in altre manifestazioni a cui ho partecipato. Sparavano lacrimogeni ad altezza d'uomo e il fumo ti bloccava il respiro ed eri preso dal panico. È stato terribile».  

Intanto domani ci sarà a Torino l'udienza di convalida dell'arresto, per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, di Gianluca Ferrari, il 32enne di Marghera arrestato durante la carica delle forze dell'ordine quando i manifestanti si sono avvicinati alle recinzioni del cantiere per sfondarle. Il ragazzo che abita a Marghera è ora in carcere alle vallette di Torino. È assistito dall'avvocato Giuseppe Romano.

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