«Io, che ricamo sogni nel cielo»

Mestre. Claudio Marturano, 60 anni, ha scoperto sei anni fa gli aquiloni: ora è campione italiano. Oggi e domani la festa del vento al parco San Giuliano

Oggi e domani al parco di San Giuliano c'è la Festa del primavera e del vento, una due giorni dedicata agli aquiloni. 

Claudio Marturano compirà tra poco 60 anni, ma ne dimostra almeno dieci in meno. Forse il segreto della sua aria da ragazzino sta proprio nella passione che coltiva da sei anni: quella per gli aquiloni.

Decano del Lion Venice Kite, dedica il suo tempo libero a formare nuove geometrie nell’aria. La sua casa è la collinetta del parco di San Giuliano, che conosce palmo a palmo e dove tira sempre il vento giusto. Architetto, designer di professione, fino a qualche tempo fa non avrebbe mai pensato di sviluppare una simile “mania”: «Ho iniziato l’avventura 6 anni fa in questo periodo», racconta. «La voglia, l’attrazione è venuta perché il “tamburello” era frequentato da un gruppo storico, il Carnival Team, quattro persone che facevano evoluzioni tutte insieme con aquiloni giganteschi. Ogni volta che li guardavo e sentivo il rumore delle vele, pensavo tra me e me che erano davvero belli. A un certo punto», prosegue, «un amico mi disse: “Ho trovato in internet un aquilone, lo pigliamo in due”. Era una cosa davvero pietosa, un materassino gonfiato in aria che non funzionava, tanto che gli dissi di tenerselo pure».

«Un giorno invece», racconta, «mi avvicinai ai ragazzi del Carnival Team e uno di loro mi fece provare». Ecco, la mia avventura iniziò in quell’istante.

«Mi cimentavo, all’inizio ero imbranato, un po’ alla volta mi ha preso troppo, tanto da non riuscire più a farne a meno».

Marturano oggi, è tra i più esperti piloti dello Stivale. «Da una parte c’è il senso di libertà, gli occhi puntati al cielo, quello che romanticamente chiamiamo disegnare sogni in aria. Poi scopri pian piano che è fondamentale il fatto di avere il controllo su qualcosa. Mi spiego: io cerco di decidere in ogni istante quello che farò fare al mio aquilone, ogni mossa, ogni coreografia. In questo senso è forse una forma maniacale di controllo sul mondo. Chi lo sa».

Per diventare abili, ci si deve impiegare molto. «I primi tempi mi allenavo 8-9 ore ogni sabato e domenica e qualche pomeriggio tardo, appena potevo, correvo al parco, vento, non vento, pioggia o neve o temperature polari. Non importava, ero sempre là con un gruppetto».

E c’è la parte relativa all’aquilone, alla sua costruzione e alla preparazione, perché i mezzi più veloci non si trovano: si costruiscono. «A Mestre per i lavori di sartoria c’è un ragazzo di una bravura eccezionale che fa delle cose fantastiche per passione, chiedendo solo qualche decina di euro per una vela che costa una settimana di lavoro. Ha imparato da sé, documentandosi in internet, guadando filmati, provando. Realizza aquiloni speciali, pilotabili in maniera particolare, perché io e il mio collega abbiamo bisogno di estrema reattività».

In via Palazzo, inoltre, c’è un negozio che vende aquiloni. Alcuni costano anche 300 euro l’uno. «Abbiamo un fornitore online e ordiniamo alcuni pezzi direttamente in America, come le stecche di carbonio». Per gareggiare ci vogliono almeno quattro aquiloni (quello leggero, quello da meno di 200 grammi, quello bucato per il vento): uno per ogni clima e tempo.

Marturano è campione Italiano, ha vinto le nazionali di Cervia assieme al suo compagno, Luca Coletto. Il segreto? «In campo di gara non porto con me alcuno stress, cascasse il mondo. E poi fa bene: con gli aquiloni ho perso 10 chili. Non sembra ma ci si muove molto, si usano tutti i muscoli del corpo. Il mio sogno? Aprire una scuola e insegnare ai bambini a volare».

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