«Io candidato 5 Stelle a mia insaputa»
Renzo Trevisan, attivista grillino, si ritrova in lista alle Parlamentarie. «Mai chiesto, qui i vertici pilotano le votazioni»
«Beh, non mi piace, sento puzza di bruciato». Eppure se c’è una persona che nelle 5 stelle della politica spiegate da Beppe Grillo ha creduto e crede è proprio lui, Renzo Trevisan. Ambientalista quando di ambiente non si parlava, rappresentante, poi commerciante, esperto di web, ottimo velista e, come se non bastasse, giornalista, ora, a 71 anni e pensionato, si ritrova anche candidato alla “Parlamentarie 2018” con cui la base del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sta scegliendo i propri “cittadini eletti”.
Un esempio di democrazia 4.0 in cui la base grillina e Trevisan credono. O meglio, in cui lui credeva. «Perché io non mi sono mai candidato a queste votazioni», spiega senza mai perdere l’aplomb, «invece mi ci ritrovo e la gente sta votando me e non tante altre persone più qualificate e che per il Movimento hanno dato tempo, impegno e sono molto più preparate». Facciamo un passo indietro di poche settimane. Basta andare all’apertura della nuova piattaforma elettronica dell’Associazione M5S, cui dovevano iscriversi tutti gli aderenti dei MeetUp iscritti al vecchio sistema. Per poter accedere (e votare) bisognava inviare la schermata di carta d’identità e telefono. Su questa piattaforma è partito veloce il tam-tam delle “parlamentarie 2018”, le primarie per “far decidere alla base i propri rappresentanti”, come hanno spiegato orgogliosi i vertici nazionali. Bellissimo: per diventare “aspiranti cittadini eletti” bisognava inviare la domanda, il curriculum vitae, copia del casellario giudiziario in cui non compaiano condanne e autocertificazione di non avere provvedimenti in corso. E qui scatta l’inghippo oppure l’imbroglio, decidete voi. «Mai voluto candidarmi, mai inviato la richiesta, mai il curriculum, mai il certificato penale. Nulla». Trevisan è molto chiaro. Eppure... «Eppure mi trovo candidato per le primarie del Senato. Io che non volevo e che nel M5S ho fatto poco. Preparazione: zero. E non compaiono invece persone molto valide, che si erano candidate e che al M5S hanno dato molto. Perché?». Quindi, da vero “grillino doc”: è complotto. «Eh sì, scusate, ma il dubbio viene eccome», sbotta. «Qui compare l’oscuro Trevisan (e guarda caso io non riesco neanche ad accedere al voto) e non il nome che tutti voterebbero. In questo modo potrà passare “l’amico”, il “malleabile”. I vertici stanno pilotando? Temo di sì». L’orgoglio M5S non vacilla: «Chiedo ai vertici d’intervenire. Si voterà anche mercoledì, questa cosa va chiarita. Non possiamo sciacquarci la bocca con la “trasparenza” e poi fare questo agli iscritti».
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