«Io a Cattolica ho steso un tappeto rosso»

Così il finanziere Corrado, che voleva un posto da consulente. «David? Ce l’ho in pugno». Le cene per tessere le relazioni 



«David ce l’ho in mano, ce l’ho in pugno, ci parlo io». E ancora: «Gli ho steso un tappeto rosso a Cattolica, mi hanno dato un quarto del favore che gli ho fatto». Due frasi che ieri in tribunale a Venezia i due teste Giuseppe Milone (ex direttore amministrativo di Cattolica assicurazioni) e Cesare Rindone (ex giudice tributario) hanno rispettivamente attribuito a Vincenzo Corrado. L’ex colonnello della guardia di finanza di Venezia è il principale imputato nel processo per Fisco&Mazzette nel quale è alla sbarra per corruzione (per aver anticipato le verifiche della finanza ad alcuni imprenditori) e, nel caso di Cattolica di cui si è discusso ieri, per il reato di traffico di influenze illecite. Per essersi adoperato - come ritiene l’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Stefano Ancilotto e dal sostituto Stefano Buccini - per aggiustare gli esiti della verifica fiscale al gruppo veronese da parte dell’Agenzia delle Entrate. Uno dei filoni principali di un’inchiesta più vasta sulla corruzione che, per regali e verifiche addolcite, ha già portato a condanne per quasi 21 anni. Ieri, davanti al collegio presieduto dal giudice Stefano Manduzio, i teste portati dall’accusa hanno definito il ruolo svolto soprattutto da Christian David (difeso dall’avvocato Marco Vassallo, il cui reato di corruzione dovrà essere riformulato in induzione indebita dalla procura) dirigente dell’Agenzia delle Entrate responsabile della verifica e dello stesso Corrado (difeso dall’avvocato Fabio Crea). L’ex dirigente di Cattolica Milone (ha già patteggiato una pena di 1 anno e 2 mesi) ha spiegato di aver conosciuto il colonnello della finanza durante una cena a Mestre, cui era stato invitato da Albino Zatachetto, consulente della società di assicurazioni e già segretario del presidente, per conoscere «un colonnello della finanza». Cena a cavallo tra il 2015 e il 2016, periodo della verifica, non ancora conclusa con la formalizzazione del Processo verbale di constatazione (Pvc). La cena, stando a Milone, serviva per parlare d’altro, ma spuntò fuori il discorso della verifica.

«Corrado ci chiese chi se ne stava occupando all’Agenzia delle entrate, e quando seppe che era David», ha raccontato, «ci disse che ce lo aveva in mano, ce lo aveva in pugno. Ci disse che lui, Corrado, ci sarebbe tornato utile anche in futuro, e prospettò di diventare consulente di Cattolica». E’ stato lo stesso Milone a raccontare che, per ringraziare sia David che Milone, regalarono due rolex, consegnati entrambi a Corrado. Quello per David a una cena in un ristorante di Peschiera, il secondo in una cena a Mestre. Le indagini hanno poi accertato che Corrado li tenne entrambi. A parlare è stato anche Elio Borrelli (ha già patteggiato 2 anni) al quale Zatachetto pure si rivolse chiedendogli se avesse modo di dare un’occhiata alla pratica seguita da David. Un favore in cambio del quale Borrelli chiese l’assunzione di un’amica. L’ex giudice Ringone ha invece raccontato dell’interesse per far assumere in Cattolica Mauro Ginesi, amico sia di Rindone che ex collega e amico di Corrado. Rindone ha raccontato che non sapeva nulla degli orologi regalati, ma che, in riferimento all’assunzione di Ginesi, Corrado gli disse che a quelli di Cattolica «aveva steso il tappeto rosso» e che quello che gli avevano dato - l’assunzione di Ginesi - era un quarto rispetto a quello che lui, agendo su David, aveva fatto per loro aggiustando le verifiche. —



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