Investì anziana sulle strisce chiesto il rinvio a giudizio

Camponogara. Gisella Rizzi, 79 anni, fu travolta e uccisa da una Mazda 2  Il gip di Treviso ha fissato l’udienza preliminare per il 26 giugno

CAMPONOGARA. È stato chiesto dal Pm il rinvio a giudizio per l’automobilista, che ha travolto e ucciso, lo scorso luglio sulle strisce pedonali a Preganziol, Gisella Rizzi, la settantanovenne di Camponogara. Il gip di Treviso, infatti, ha fissato l’udienza preliminare per il 26 giugno. Secondo il pubblico ministero D. Z. , 76 anni, di Mogliano, deve rispondere di omicidio stradale: andava troppo forte e non ha dato la precedenza.

Il drammatico investimento accadde a Preganziol il 13 luglio 2017 e destò grande scalpore, anche perché è avvenuto in pieno centro, di mattina e nel giorno del mercato settimanale, sotto gli occhi di decine di persone. L’anziana era uscita per fare delle compere tra i banchi degli ambulanti ma, verso le 10, è stata investita mentre attraversava a piedi via Terraglio, regolarmente sulle strisce pedonali. A centrarla era stata una Mazda 2, condotta da D. Z., che procedeva verso Treviso. La donna, dopo l’impatto, rovinò sull’asfalto dopo un volo di diversi metri. I medici dell’ospedale Ca’ Foncello, dov’è stata subito trasportata, hanno fatto tutto il possibile per salvarla, ma le gravi lesioni riportate, tra cui un trauma cranico facciale e svariate fratture in tutto il corpo, le sono state fatali. Il 15 luglio il suo cuore ha cessato di battere. Secondo lo Studio di infortunistica 3 A, società a cui si è rivolta la famiglia, il nesso di causa tra il sinistro e il decesso era così evidente che il magistrato non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia, dando subito il nullaosta per i funerali. Ad agire per ottenere giustizia sono stati i suoi due fratelli che abitano a Camponogara. «I due fratelli della vittima, vedova e senza figli, i quali, attraverso la consulente personale Daniela Vivian, si sono affidati a Studio 3a», spiega la società infortunistica, «opera a tutela de diritti dei cittadini. Abbiamo subito preso contatti con la compagnia di assicurazione della vettura investitrice, la Zurich, per ottenere anche un equo risarcimento per i propri assistiti e ora, alla luce della decisa direzione riguardo alle responsabilità imboccata dal procedimento penale, confida in una rapida chiusura anche del capitolo civile della tragica vicenda».

Per capire con precisione le responsabilità di quell’incidente mortale bisognerà aspettare ancora qualche mese.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia