Investe diecimila euro i fondi ora ne valgono 800
A consigliare l’acquisto a un giovane di Oriago l’allora direttore di Poste Italiane In dieci anni le quote di “Obelisco” hanno perso il 92%. Adico: dovranno risarcirlo
ORIAGO. Aveva acquistato nel 2005 quote del fondo immobiliare “Obelisco” di Poste Italiane per 10 mila euro su consiglio del direttore dell’ufficio di Oriago, ma ora il valore delle quote acquistate è di appena 800 euro. A denunciare il fatto per M.A., un 35enne di Borbiago, è l’associazione di difesa dei consumatori Adico di Mestre. M.A. aveva acquistato quattro quote del valore di 2.500 euro l’una 12 anni fa, quando doveva ancora compiere 23 anni. Era stato proprio il direttore dell’ufficio locale delle Poste a consigliarlo assicurandogli che l’affare era privo di rischio e di perdita del capitale, e così M.A. aveva investito tutti i suoi risparmi, 10 mila euro, nel fondo immobiliare Obelisco.
Ora, M.A., 35enne di Borbiago dipendente nell’azienda del padre che lavora per Fincantieri, si ritrova con un pugno di mosche, dato che le azioni del fondo sono clamorosamente crollate: le singole quote acquistate a 2.500 euro l’una adesso valgono 200 euro, con un anomalo crollo del 92%. M.A. non è però intenzionato a farla passare liscia a chi lo ha spinto a quell’acquisto e ha deciso di rivolgersi all’Adico per richiedere a Poste Italiane la restituzione del capitale iniziale di 10 mila euro, dato che aveva acquistato quelle quote in totale buona fede e ignaro del rischio collegato all’investimento. «Stiamo seguendo diversi casi di risparmiatori spiazzati da Obelisco», commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, «un fondo immobiliare che spesso i responsabili delle Poste hanno presentato come sicuro ai propri clienti. Invece la crisi immobiliare del 2008 ha fatto crollare le quote in modo eccessivo e anomalo. Nel caso in questione la situazione risulta ancora più odiosa perché riguarda una persona che al momento dell’investimento era poco più che ventenne e si è fidata dei consigli ricevuti».
Secondo quanto riferito da M.A. all’ufficio legale dell’Adico, le Poste gli avevano assicurato che l’affare era privo di rischi e che il capitale iniziale sarebbe stato salvaguardato. «A nostro giudizio», continua Garofolini, «sono stati violati i princìpi di correttezza e buona fede nell’esecuzione del contratto, quindi l’accordo è privo di efficacia giuridica per vizio del consenso. Chiediamo alle Poste la restituzione dei 10 mila euro al nostro socio». Poste Italiane fa sapere che studierà il caso e darà una risposta nei prossimi giorni. In un caso analogo la scorsa estate di una pensionata di Cannaregio, Poste Italiane aveva risarcito la somma dopo la diffida di Adico.
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