Invasione in laguna di meduse giganti Allarme nelle isole

Esemplari di “Rhizostoma pulmo” lunghi oltre mezzo metro Preoccupazione per i piccoli ctenofori: divorano le larve
Di Alberto Vitucci

VENEZIA. Laguna invasa dalle meduse giganti. Ne sono state avvistate a decine nei bassi fondali nell’area di Sant’Erasmo, Certosa, Vignole. Grandi esemplari della specie Rhizostoma pulmo, più nota come «Polmone di mare» del diametro di 50-60 centimetri, che si spostano lentamente a pelo d’acqua. Otto tentacoli, sfumature azzurrine e una presenza massiccia, che non si era mai vista. «Colpa dell’aumento delle temperature, ma anche della trasformazioen dei fondali», spiega Marco Mizzan, direttore del Museo di Storia Naturale, «la sostituzione dei fondali sabbiosi con i massi per le opere del Mose consente a questi esemplari di trovare rifugio durante l’inverno, mentre prima tornavano in mare aperto. E in primavera da ogni «polipo» nascono decine di nuove meduse. In ogni caso non sono pericolose».

Ecco allora l’invasione, ben visibile in questi giorni. Le meduse non sono più in mare o in spiaggia – in agosto ne erano stati avvistati molti esemplari di una specie diversa, la Cassiopea Mediterranea – ma nella parti più interne della laguna nord. Un sintomo delle trasformazioni climatiche che interessano adesso anche le acque interne.

Non è il solo fenomeno che interessa in questi giorni le acque lagunari. I biologi del Museo di Storia Naturale lanciano l’allarme su una invasione di esemplari più piccoli ma molto più pericolosi per l’ambiente. Sono gli Ctenoferi, piccoli animali marini trasparenti, simili alle meduse ma non urticanti.

«La quantità di questi Ctenofori è in continuo aumento», dice Nizzan, «stiamo monitorando le acque lagunari perché la situazione potrebbe nella prossima stagione diventare pericolosa». A differenza delle grandi meduse gli Ctenofori, comunemente conosciuti come “noci di mare” Mnepiopsis leidy) sono dotati di ciglia e non di tentacoli. Si cibano di zooplancton, uova e piccole larve di pesci. Sono originari del Mar Nero dove qualche anno fa hanno causato gravi perdite di risorse ittiche. Una specie molto vorace, che rischia di provocare gravi problemi all’ecosistema. Trasformazioni che gli scienziati seguono con molta attenzione. La temperatura dell’acqua modificata per i grandi cambiamenti climatici. E le correnti, alimentate da nuovi scavi per le grandi opere e dall’erosione delle barene, ma anche dall’uscita in mare di un milione di metri cubi l’anno di sedimenti hanno provocato questa situazione.

La laguna si sta avvicinando sempre più a condizioni di mare aperto. E adesso sono avvistate all’interno specie che fino a qualche anno fa non esistevano. Come le meduse giganti e gli Ctenofori. Ma anche qualche tipo di pesce tropicale. In compenso sono spariti molti tipi di pesce, a cominciare da passerini e ghiozzi, ma anche le anguille (bisati) un tempo presenti in grande abbondanza in laguna, Si vedono di più invece pesci di fondale come le orate, presenti anche nelle aree interne in questo periodo di inizio autunno.

Ma gli avvistamenti più spettacoli riguardano le meduse giganti. Esemplari lunghi oltre mezzo metro, dalle forme eleganti e dalle sfumature azzurre. «Stiamo continuando i rilievi in laguna», dice Mizzan, «pubblicheremo presto gli ultimi dati della ricerca».

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