Invasione di piccoli cefali nei canali di Venezia
Da San Barnaba fino a Castello e Cannaregio i pesciolini si sono radunati in banchi fittissimi per la felicità dei gabbiani. La spiegazione degli esperti
Migliaia di piccoli cefali nel rio di San Barnaba davanti al Ponte dei pungi (foto Marc de Tollenaere)
VENEZIA. Migliaia di piccoli cefali in rio di San Barnaba, all’Angelo Raffaele e in alcuni rii interni di Castello e Cannaregio. Un fenomeno inconsueto, che ha attirato l’attenzione di fotografi ed esperti. Domenica mattina in rio di San Barnaba, a pochi metri dal ponte dei Pugni, un insolito movimento d’acqua ha attirato la curiosità dei passanti. L’acqua ribolliva di pesci in movimento e assiepati lungo una riva del canale. Migliaia e migliaia, come neanche nelle vasche di un allevamento intensivo. Ad approfittare dell’insolita abbondanza di cibo gabbiani e magoghe che hanno banchettato in fondamenta. Nel pomeriggio la situazione è in parte migliorata. Molti pesci si sono allontanati nuotando verso il Canal Grande, ma la gran parte sono rimasti lì. «Fenomeno insolito in queste proporzioni ma possibile all’arrivo dei primi freddi», spiega Luca Mizzan, ricercatore e direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia. «I cefali si radunano in banchi fittissimi, a volte vere nuvole di pesci, nei canali e alle foci dei fiumi». Cercano acque più calde e vanno in zone dove la salinità è particolare e le acque più adatte al nutrimento di questo tipo di pesci, che vive bene anche in acque non purissime. (a.v.)
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