Invalido dopo la caduta in aula parlano gli amici
MIRA. Nel processo per l’incidente in cui è rimasto gravemente ferito, cadendo dal tetto della piscina di Mira, un minorenne, ieri in aula hanno testimoniato alcuni ragazzi che erano presenti la sera di quel 19 luglio del 2012 - oggi il ragazzo rimasto invalido ha quasi 18 anni - raccontando di aver visto il giovane e i due amici salire sul tetto della piscina, e di aver poi visto scendere solo i due amici disperati, perché il loro compagno era caduto nella vasca senz’acqua dell’impianto - era in fase di ristrutturazione - a causa della rottura di un lucernaio. A quel punto sarebbe iniziato un andirivieni sul tetto della piscina, con la speranza - risultata vana - di aiutare l’amico caduto.
Una caduta per la quale sono imputate sette persone, tra le quali il sindaco di Mira, Alvise Maniero - era stato eletto da poche settimane - accusate di lesioni colpose aggravate dall’inosservanza delle regole anti infortunistiche. A causa della caduta - hanno spiegato ieri i consulenti delle parti civili - il ragazzo si trova ora in una situazione di invalidità permanente al 100%.
Il commercialista mestrino Michele De Faveri ha quantificato in circa 5 milioni di euro la somma data dal mancato guadagno e dalle spese, soprattutto assistenziali, che il ragazzo dovrà affrontare per il resto della sua vita. Nel complesso la richiesta danni formulate dai legali dei familiari che si sono costituiti parte civile con gli avvocati Augusto Palese, Renato Alberini, Paolo Vianello e Gian Luca De Biasi, ammonta a oltre dieci milioni di euro.
Il processo proseguirà con le prossime due udienze fissate per il 5 ottobre e il 2 novembre, la sentenza molto probabilmente arriverà con l’anno nuovo. Fino ad ora nessun accordo è stato proposto dalle compagnie assicurative alla famiglia del ragazzo.
A rispondere di lesioni colpose gravissime sono chiamati, oltre al sindaco, Marino Vanzan della società di Mira che gestisce la piscina; Roberto Cacco, dirigente dei Lavori pubblici del Comune; Nicoletta Simonato, presidente della Commissione vigilanza sui locali di pubblico spettacolo; Giancarlo Gruarin, responsabile della sicurezza per la piscina; Adriano Sinigaglia, amministratore di Atheste Costruzioni di Este che aveva vinto l’appalto per la costruzione della struttura; Sandro Destro, titolare dell’altra ditta appaltatrice, la Ids di Rovigo. Per tutti la Procura aveva chiesto l’archiviazione, ma a opporsi erano stati gli avvocati di parte civile e il giudice Andrea Comez aveva ordinato alla Procura di formulare il capo d’imputazione e così è iniziato il processo.
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