Invalidi ed esenti ticket, scoperte migliaia di truffe
MESTRE. Assegni sociali, indennità di disoccupazione e pensioni. Ma anche buoni pasto per i poveri e case pubbliche a chi possiede motoscafi. E persino un’azienda a cui viene concessa la cassa integrazione anche se non ne ha titolo. Continua la lotta della Guardia di Finanza alle truffe ai danni del sistema previdenziale e socio sanitario. Nei primi sette mesi a livello regionale le Fiamme Gialle sono riuscite a individuare quasi 600 mila euro che i soliti “furbetti” avevano truffato a Inps e Inail.
Sempre in questi sette mesi è stato recuperato quasi un milione di euro che altri “furbetti” avevano sottratto alle casse del sistema sanitario regionale, ottenendo benefici per quanto riguarda i ticket.
Cifre importanti anche perché non sono ancora terminate le operazioni di quantificazione del maltolto. Se poi si entra nel dettaglio e si guarda la classifica dei “furbi”, provincia per provincia, si scopre che sul fronte delle truffe all’Inps Padova comanda, davanti a Venezia e Treviso. A Padova ai “furbetti” hanno trovato 230mila euro, a Venezia 204mila euro mentre a Treviso poco più di 42mila euro.
La classifica per provincia si capovolge quando si va a rovistare tra coloro che hanno beneficiato dell’esenzione sulle spese sanitarie. Qui Treviso comanda alla grande con oltre mille “furbetti”, seguita da Padova che ne ha quasi 600 e Venezia con poco più di 500.
Ma i “furbetti” s’ingegnano su diversi fronti pur di ottenere benefici che non spettano loro. Ecco allora che nei quasi 400 controlli nel settore delle prestazioni sociali agevolate (dai buoni libri ai buoni mensa scolastici, dagli alloggi popolari alle borse di studio universitarie), grazie anche alla sottoscrizione di protocolli di intesa con gli enti interessati (Comuni, Ater, università), sono stati segnalati circa cento “furbetti” che avevano barato e a cui non spettava la prestazione sociale agevolata perché titolari di redditi molto più elevati di quelli dichiarati.
Sul fronte casa i riscontri per verificare il possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi da parte dei cittadini che occupano alloggi pubblici hanno consentito ai finanzieri di scoprire persone che, pur possedendo auto di grossa cilindrata o motoscafi, “dimenticavano” di indicare il reddito vero nella richiesta di alloggi popolari. Sono stati scoperti motoscafisti veneziani, commercianti di pesce e altre persone con un reddito che superava anche i cinquantamila euro.
Ritornando alle azioni a tutela della spesa pubblica, la Guardia di Finanza dei vari comandi provinciali del Veneto ha firmato vari protocolli d’intesa con Inps e Inail che hanno consentito e consentono di smascherare un malcostume che costa parecchi denari alle casse pubbliche. Nei primi sette mesi sono state accertate truffe agli enti previdenziali per quasi 1,5 milioni di euro.
Infatti, alla cifra degli euro già intascati dai “furbetti” va aggiunta quella che riguarda le richieste concesse ma non ancora erogate, grazie al pronto intervento dei finanzieri.
Fra i casi più eclatanti c’è quello della “finta cieca” del Lido, oppure quello di veneziani, trevigiani e padovani che, sebbene ormai da anni definitivamente emigrati all’estero, continuavano però a percepire l’assegno sociale in Italia grazie a parenti che si intestavano il conto corrente a cui erano destinati i soldi. Quindi provvedevano a girare il denaro ai parenti. In almeno tre casi è emerso che, oltrettutto, il destinatario dell’assegno era pure morto.
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