Intubata per un’operazione, le danneggiano la dentiera
DOLO. Mentre viene intubata per un intervento chirurgico, l’anestesista sbaglia manovra e le stacca un molare che finisce nelle vie respiratorie. Il dente in questione fungeva da “pilastro” di una protesi. Rotto il molare, la dentiera (che la donna si era preventivamente tolta prima di entrare in sala operatoria) era diventata inutilizzabile.
Protagonista della disavventura, che ha avuto i suoi strascichi in tribunale, è una settantenne che vive in Riviera del Brenta e che nell’ottobre 2013 era stata operata per i calcoli al fegato in laparoscopia all’ospedale di Dolo. Il guaio era avvenuto durante le operazioni di intubazione: il molare era saltato finendo nelle vie respiratorie, con la conseguenza che i medici avevano dovuto procedere al recupero attraverso un broncoscopio a cestello. Ma i veri problemi si erano manifestati nella fase post operatoria: con la rottura del dente che sorreggeva la protesi rimovibile, quest’ultima aveva perso stabilità, con tutte le conseguenze del caso per la paziente che si era potuta rivolgere al proprio dentista solo al termine della convalescenza domiciliare. Nel frattempo, tuttavia, l’instabilità della protesi le aveva provocato pure il danneggiamento e il distacco di due corone. Da questo punto in avanti, per la settantenne era iniziata una odissea fatta di costose cure odontoiatriche ricostruttive, oltre che di sofferenze e imbarazzi in relazione all’estetica.
La donna si era quindi rivolta a Studio 3A che al tempo aveva presentato la richiesta danni all’ex Usl 13, oggi confluita nell’azienda sanitaria Serenissima. Il medico legale di parte aveva riscontrato un danno biologico permanente dell’1% e una invalidità temporanea del 25% per 30 giorni tra convalescenza e cure per la ricostruzione. Ma ogni tentativo di definire la vertenza per vie stragiudiziali non aveva portato ad alcun esito, tanto che la causa è arrivata in tribunale. Il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice aveva confermato le responsabilità dei medici nel cagionare il danno, ma nemmeno la sua perizia depositata nel giugno 2016 era bastata all’azienda che si era rifiutata ancora di definire bonariamente il contenzioso.
Nell’ambito della procedura di mediazione, nelle scorse settimane è stato finalmente trovato un accordo tra gli avvocati della paziente e quelli dell’Usl sul risarcimento, fissato in 9 mila euro, come sancito anche con una delibera del direttore generale dell’azienda sanitaria Giuseppe Dal Ben. I legali della donna fanno notare come il modulo di consenso informato per l’intervento chirurgico, che era allegato alla cartella clinica, risultava del tutto generico e non riportava alcuna informazione sul rischio di lesione o avulsione dentaria durante la procedura di intubazione oro-tracheale.
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