Intossicate dal monossido salvate dalla partita in tv
SAN MICHELE. Salvate dalla partita di calcio alla televisione. Questo il risvolto più importante della vicenda relativa all'avvelenamento da monossido che si è registrato martedì sera a San Michele al Tagliamento. È intanto imminente il ritorno a casa della madre di 42 anni, e della figlia di 13, di origini albanesi, rimaste intossicate martedì sera in una fredda serata a San Michele Vecchio, nella propria casa di via Vittorio Veneto. Il marito della donna e padre della figlia di 13 anni, il signor Franz, di origini albanesi, ringrazia i medici dell'ospedale latisanese, vigili del fuoco di Portogruaro e carabinieri per il decisivo intervento che ha salvato la vita alle due donne, in particolare alla ragazzina, che frequenta le scuole di San Michele. Ma deve ringraziare soprattutto Lazio e Catania, che martedì sera stavano disputando una partita di calcio, valida per i quarti di finale della coppa Italia. Ieri mattina Franz, disoccupato da poche settimane per la crisi economica (l'azienda dove lavorava ha chiuso e lui sta cercando un impiego da giardiniere) è stato avvicinato da alcuni vicini di casa che hanno chiesto informazioni sulle condizioni dei congiunti. “Tanti auguri Franz, salutaci le ragazze”, lo hanno incoraggiato così due signore che abitano di fronte a lui. Intanto si è saputo qualche particolare in più delle complesse operazioni di salvataggio di mamma e figlia. Decisivo si è rivelato l'intervento di Franz, il capofamiglia. Ma anche del primogenito, un 21enne che da un mese lavora in un bar di Latisana e che era rientrato dal proprio turno attorno alla mezzanotte. »È stato terribile», racconta il capofamiglia, «avrei potuto morire io se solo fossi andato a dormire. Mi ha salvato, ci ha salvato, la partita di coppa Italia Lazio – Catania. Non è mia abitudine infatti accomodarmi sul divano e assistere alla partita. Quando è arrivato mio figlio dal lavoro io ero in dormiveglia in salotto, la gara era appena finita. Ebbene, recandomi nella stanza da letto, dove dormivano mia moglie e mia figlia, il mio primogenito si è accorto che si stava sprigionando il veleno in camera. Potevo essere io in quella stanza se non ci fosse stata la partita alla tv, in compagnia di mia moglie, in quanto normalmente dormo assieme a lei. La piccola però, affezionatissima alla madre, è voluta andare a dormire nel letto grande: anche questa circostanza ci ha aiutato».
Rosario Padovano
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