Intervista a Casson: «Se la politica è seria la gente ci crede ancora»

VENEZIA. Timido e riservato. Determinato e anche un po’ testardo. Con una lunga storia di “uomo che si è fatto da sé” alle sue spalle. Magistrato di inchieste importanti, senatore, adesso lanciato nell’orbita come candidato sindaco del centrosinistra veneziano. Felice Casson si gode - con moderazione, un’ ombra e poco altro - la vittoria schiacciante alle primarie. Neanche i suoi supporter più sfegatati avrebbero giocato al lotto questi numeri. Avversari più che doppiati, in qualche caso addirittura travolti da percentuali “bulgare”. Una rivincita importante per il senatore sconfitto per poco più di mille voti da Cacciari nel 2005, che si è visto mettere in campo proprio da Cacciari - in gennaio, a candidatura già annunciata - il candidato “moderato” sostenuto dalla maggioranza renziana e bersianana del Pd veneziano.
Contento?
«Felice, sono Felice».
Se l’aspettava con queste proporzioni?
«Io gioco a calcio e a basket. Quando gioco voglio vincere, possibilmente bene. Sono molto soddisfatto anche della grande partecipazione dei cittadini veneziani a queste primarie. Dopo quello che è successo non era scontato».
Un successo importante.
«Abbiamo fatto un importante canestro da tre. Ma adesso c’è da giocare la partita vera, il 31 maggio».
Le ombre della divisione sono scacciate? Il centrosinistra sosterrà Casson in modo compatto?
«Ne sono sicuro. Mi hanno già telefonato Nicola Pellicani e Jacopo Molina annunciandomi la loro collaborazione. Mi ha fatto piacere. Non ci sarà alcun problema di quel tipo».
Da Roma ha chiamato qualcuno?
«Ho ricevuto molti messaggi importanti di solidarietà dai vertici del partito e del governo, dal sindaco di Roma Ignazio Marino e da molti altri».
Quale è stata la chiave di questo successo?
«Forse la credibilità delle proposte e anche della mia persona. Mi sono messo in gioco facendo proposte chiare. Era un momento difficile, la gente era schifata della politica dopo lo scandalo Mose e altre vicende. Questo risultato dimostra che alla politica seria la gente crede ancora».
Dove le ha vinte queste primarie?
«Un dato molto importante è che non ci sono state divisioni tra Venezia e Mestre. I dati sono omogenei sia in laguna che in terraferma. In qualche area come Cannaregio, Castello, Marghera e anche a Mestre i consensi sono stati davvero tanti».
Domani cosa farà?
Convocherò le prime riunioni con i partiti, gli alleati e i comitati che mi hanno sostenuto, ma anche con i miei avversari di ieri che saranno alleati di domani. Ricordiamoci che ora c’è da impostare la campagna elettorale, quella vera».
Ci potranno essere nuove fratture, defezioni?
«Non credo proprio. Abbiamo firmato un patto davanti agli elettori. Un programma di massima che tutti condividiamo. Un impegno a girare pagina e a promuovere lo sviluppo».
Qualcuno temeva che la sua candidatura non fosse abbastanza forte.
«Mi pare che questo voto dimostri un’altra cosa».
Alle elezioni di maggio lo scenario potrà cambiare?
«No. Se il centrosinistra rimane unito e mette in campo le sue energie migliori non ce n’è per nessuno».
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