«Interventi per la Giudecca» Una petizione con 500 firme
GIUDECCA. «Giudecca nostra abandonada». Dopo quarant’anni torna d’attualità il celebre verso di Alberto D’Amico sull’isola operaia. «Giudecca dimenticata» è il titolo della campagna lanciata dal...
Veduta dell'isola della Giudecca sulla quale Elton John (nel riquadro) possiede un palazzo del XV secolo. ANSA / ANDREA MEROLA
GIUDECCA. «
Giudecca nostra abandonada
». Dopo quarant’anni torna d’attualità il celebre verso di Alberto D’Amico sull’isola operaia. «Giudecca dimenticata» è il titolo della campagna lanciata dal circolo culturale Renato Nardi in favore di interventi nell’isola. Ieri mattina il segretario del circolo e primo firmatario della petizione Luigi Giordani ha depositato in Segreteria generale del Comune, a Ca’ Farsetti, 500 firme per chiedere l’avvio di un piano straordinario di abbattimento delle barriere architettoniche. «Siamo anche noi una parte importante e vitale di Venezia», dice Giordani, «nell’isola vivono 6500 persone, di cui molti anziani. I sette ponti costituiscono per molti un ostacolo insormontabile a una vita dignitosa». Nel pacchetto di richieste, la priorità è il collegamento con passerella per il ponte Lungo, dove da anni fa bella mostra di sè un ascensore rotto.
Ma anche il «Ponte piccolo», vicino all’ufficio postale dell’isola e ai negozi di vicinato, ancora attivi a differenza di molti nel centro storico. «Vogliamo essere considerati come parte del centro storico», scrive nella lettera inviata al sindaco Brugnaro il portavoce Giordani, «e chiediamo sia avviata una progettazione di interventi utilizzando i fondi del Patto per Venezia».
Una battaglia che non si ferma all’accessibilità. Un altro tema sollevato dal circolo Nardi e dalla locale sezione del partito socialista riguarda gli alberghi. «Basta con la costruzione di nuovi alberghi», si legge nel manifesto affisso all’entrata del circolo. Nella delibera che blocca i cambi d’uso da residenziale a turistico la Giudecca è esclusa, al pari della terraferma e del Lido. «Ma qui ci sono in totale quasi 2 mila posti letto», dicono al circolo Nardi, «un terzo degli abitanti». Dunque, nuove strutture turistiche concesse non farebbero altri che aumentare l’afflusso del turismo. Finendo per snaturare una realtà rimasta legata alla tradizione. Dove la crisi è stata superata e resistono realtà produttive come Fortuny e la cantieristica minore, sono state costruite nuove abitazioni e centri sociali. «Adesso speriamo che il sindaco ci ascolti», dice Giordani, «noi andiamo avanti».
(a.v.)
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