Interscambio merci, esposto alla Procura

Venezia. Il consigliere Davide Scano (M5S) manda ai magistrati una segnalazione di 28 pagine con 60 allegati. «È danno erariale da 30 milioni»

VENEZIA. Un esposto di 28 pagine con 60 allegati. E un’accusa precisa: «L’amministrazione ha abbandonato il progetto di Interscambio merci, costato fin qui quasi 30 milioni di euro. E ha causato un danno erariale». Il consigliere comunale dei Cinquestelle Davide Scano, che di mestiere fa l’avvocato, ha passato due mesi a spulciare carte e chiedere documenti. Alla fine ha prodotto un lungo atto d’accusa contro il Comune. «Non solo hanno lasciato cadere il bando per la gestione dell’Interscambio», dice, «ma hanno prorogato la concessione alla vicina banchina dello Scalo Fluviale».

Il progetto lanciato dal sindaco Luigi Brugnaro prevede di trasferire nell’edificio dell’Interscambio al Tronchetto – realizzato dal gruppo Benetton e venduto vent’anni fa al Comune per 28 milioni di euro ma ritenuto poco adatto allo scopo – il nuovo mercato ittico all’ingrosso. L’interscambio sarà realizzato a San Giuliano, con infrastrutture realizzate a spese degli operatori, nell’area dell’attuale mercato al Tronchetto saranno realizzati parcheggi e un centro per il trasporto refrigerato. Ma al Movimento Cinque Stelle l’operazione non piace. «Peccato», dice Scano, «che l’Interscambio sia stato acquistato con i soldi del commissario straordinario contro il moto ondoso, allora il sindaco Paolo Costa, dunque finanziato dalla Protezione civile». Il danno erariale, secondo il consigliere pentastellato, si manifesta nel momento in cui il bando di gara, a cui avevano partecipato due cordate di imprenditori, viene lasciato cadere. «In due anni il Comune avrebbe potuto incassare 400 mila euro di canone», dice, «le nostre proposte di emendamento al bilancio sono state regolarmente bocciate».

Così l’opposizione ha deciso di abbandonare il tradizionale strumento dell’interrogazione e rivolgersi direttamente alla magistratura. Un esposto è già stato inviato alla Corte di Conti per il danno erariale, un altro alla Procura, e poi al Garante e all’Autorità nazionale Anticorruzione. La revoca del bando, attesa a giorni dopo due anni di «mancata attività» è secondo Scano «illegittima». E il danno si potrebbe estendere alle mancate entrate per i 40 anni di concessione, oltre che agli studi commissionati dall’allora commissario alla società Transcare. Infine, dice Scano, la Procura dovrà intervenire sul fatto che questa scelta non affronta l’urgenza del moto ondoso prodotto dal trasporto merci. «Dopo l’incidente di Rialto costato la vita a un turista tedesco in gondola», conclude il consigliere, «era uno dei punti definiti prioritari proprio dagli esperti della Procura». Reazioni irritate a Ca’ Farsetti. Si accusa l’opposizione di «criticare e non fare mai proposte».

Dal punto di vista tecnico risponde il vicecapo di Gabinetto e delegato del sindaco alla Mobilità acquea, l’avvocato Derek Donadini: «Abbiamo fatto delle verifiche con l’Avvocatura, e abbiamo concluso che non c’è nulla di illegittimo. La destinazione d’uso dell’immobile può essere modificata per sopravvenute esigenze. La scelta di spostare qui l’Ittico nasce dal fatto che tutti gli esperti di trasporti hanno concluso che è assurdo realizzare un Interscambio di qua del ponte della Libertà. Lo faremo dunque a San Giuliano, dove i 18 operatori hanno già raggiunto un accordo e sono disposti a finanziare anche la nuova strada».

Quanto alla concessione allo Scalo fluviale, che ha in gestione da anni la riva del Tronchetto e un’area adibita a parcheggio, Donadini precisa: «Da sempre il Comune aveva una concessione annuale dal Porto, che poi girava allo Scalo fluviale. Adesso abbiamo ottenuto una concessione di quattro anni. Presto metteremo tutto a gara». Non c’è scandalo dunque, secondo i tecnici di Ca’ Farsetti. Ma Scano è convinto che ci sia stato invece un danno erariale dovuto a quella scelta. Decideranno i giudici.

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