Internet compie trent’anni Venezia: ora la banda ultralarga

Collegamenti veloci a cento mega: tutti i progetti per la città di governo, Enel, Regione e Comune Wifi civico per 65 mila utenti con 3.300 connessioni al giorno ma aziende e privati chiedono velocità
Internet compie 30 anni
Internet compie 30 anni

MESTRE. Internet in Italia compie oggi trent’anni. La tecnologia che ha cambiato i nostri modi di dialogare diventa adulta e Venezia attende il vero salto di qualità con la banda ultra larga a 100 mega, quella che serve per le aziende, i professionisti, le università per competere a livello internazionale.

I progetti sono tanti. Venezia è tra le prime 5 città del piano nazionale di cablatura da 2,5 miliardi lanciato dal governo Renzi in collaborazione con Enel. Si parte da Mestre centro e da circa metà del centro storico di Venezia; poi tocca a Marghera e Chirignago Zelarino. Altre zone saranno coperte con fondi pubblici, nazionali ed europei. Parte dei 515 milioni di euro destinati al Veneto per la banda ultralarga porteranno l’internet veloce a Campalto, Tessera, Dese Malcontenta, nelle isole veneziane e nelle zone meno abitate del centro storico. Là dove le aziende private finora non hanno investito.

Porte aperte al Data center comunale
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Bandi da giugno. «Fondi che devono essere spesi entro il 2022 con bandi regionali. Venezia dovrebbe entrare nel primo lotto, visto che i criteri di priorità comprendono la densità economica ed abitativa e noi ci siamo», spiega Alessandra Poggiani, direttore generale di Venis, il “braccio” informatico del Comune di Venezia. La società si è già messa al lavoro, forte di 900 mila euro di fondi del Mise, per intervenire per la copertura della zona industriale di Porto Marghera. Con fondi del Comune verrà potenziata la rete di wifi cittadino con interventi al Lido, Marghera e Mestre.

Obiettivo, 100 mega. «L’intero Comune di Venezia arriverà entro il 2020», dice la Poggiani, «ai 30 mega con un buon 70 per cento a 100 mega». Il salto di qualità è essenziale: «La banda ultralarga è una urgenza per le aziende, ma anche per le scuole. La didattica in questi anni è cambiata: se bisogna usare le Lim (le lavagne interattive, ndr) per fare istruzione e non come appendiabiti, con 20 mega e venti tablet collegati, non funziona niente. Questa è la priorità». I cantieri potrebbero concludersi tra 2017 e 2018 in città.

Cosa si è fatto finora. In terraferma alcuni investimenti sono stati realizzati dalle compagnie private: Fastweb nel 2014 investì 5 milioni di euro per portare a 60 mila famiglie e 9 mila imprese la connessione a 100 megabit, in un'area limitata però ad alcuni quartieri della terraferma. Altri investimenti sono invece di Tim.

Oggi si va a 7 mega. Nonostante questi investimenti, oggi mediamente in città si viaggia a 7 megabit di velocità, con gravi difficoltà per studenti, professionisti e operatori commerciali, che da tempo chiedono una svolta su questo fronte.

La rete civica. Soprattutto nell'area del centro storico, la connessione veloce è garantita solo dalla rete in fibra ottica realizzata da Venis: 186 chilometri di fibra, 254 hot-spot wifi (molti in manutenzione) con 65 mila utenti registrati: 47 mila i residenti ma si contano anche 18 mila city users e turisti. La media è di 3.300 sessioni quotidiane di connessione per un traffico dati di 600 Gbyte. La rete internet copre 12 sedi comunali e 93 imbarcaderi coperti.

Venezia avanti, il paese indietro. La rete civica di Venezia ha visto nascere il primo sito nel 1996 e oggi gli iscritti alla rete wifi pubblica sono giovani e anziani: il più anziano è un signore centenario, classe 1915; il più giovane è un bimbo di 3 anni. La diffusioni della rete in Veneto è tra le più alte d’Italia: 66,6 per cento mentre il dato di diffusione in Italia si ferma al 60%, ancora molto basso rispetto al 90 per cento degli Usa e della media dell’Unione europea. Resta il divario tecnologico in Italia: il 27 per cento, un terzo degli italiani, non ha mai usato internet. Siamo a fondo classifica di poco sopra a Grecia, Romania e Bulgaria.

Il settore pubblico. E arretrato è il settore pubblico: «Nella Pubblica Amministrazione vige ancora il concetto della normazione, ovvero bisogna rendere regola quello che regola non è», avverte l’esperto e digital champion veneziano Gianluigi Cogo.

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