Interessi da usura, cliente fa causa e vince
CEGGIA. Imprenditore fa causa alla banca per anatocismo, commissioni di massimo scoperto non dovute, spese illegittimamente addebitate e interessi superiori al tasso soglia.
Doveva, secondo la banca, rendere oltre 70 mila euro, ma adesso la situazione di è capovolta e il creditore nei confronti dell'istituto è diventato incredibilmente lui. Non ha voluto mollare un noto imprenditore ciliense, Luigino De Zotti, dopo anni di battaglie legali contro la Cassa di Risparmio di Venezia. La vicenda ha avuto inizio nel 2012, quando il signor De Zotti ha presentato la documentazione bancaria all’esame di un tecnico consulente personale, ottenendo conferma dell’illegittima applicazione di interessi anatocistici ed usurari. Interessi che avevano portato all’addebito di somme non dovute, con pregiudizio del correntista. L’imprenditore ha subito segnalato l’accaduto alla banca, che ha immediatamente respinto ogni addebito. La stessa banca ha proceduto alla notifica di un decreto ingiuntivo, provvisoriamente esecutivo, chiedendo il pagamento di circa 70 mila euro, oltre agli interessi, per saldo debitorio del conto corrente. Ma De Zotti non si è perso d’animo. Ha incaricato l’avvocato Luca Pavanetto di presentare opposizione all’ingiunzione contestando in particolare l’applicazione illegittima da parte della banca di interessi usurari, anatocistici e commissioni di massimo scoperto. «Dopo quasi tre anni di battaglie in Tribunale», spiega l’avvocato Pavanetto, «l’imprenditore ha ottenuto un primo, importante riconoscimento in quanto la consulenza tecnica d’ufficio disposta dal giudice ha dimostrato che la banca, nel corso del rapporto, ha applicato, a danno del signor De Zotti, interessi e spese non dovute. «Il fatto straordinario», conclude l’avvocato di San Donà, «è che la situazione si è completamente ribaltata ed il signor De Zotti, prima debitore di Cassa di Risparmio di Venezia, è ora creditore dello stesso istituto di credito».
«Abbiamo ottenuto giustizia», conclude il legale, «le risultanze della consulenza tecnica disposta d’ufficio hanno confermato quanto aveva sospettato fin dal 2012 il signor De Zotti, che ora attende la sentenza del Tribunale per una completa soddisfazione».
Giovanni Cagnassi
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